Baiano di Spoleto, 9 giugno 1964
Sul mandato di cattura c’era il nome di Vittorio Bellomi. Mancava però un “don”, perché Vittorio Bellomi era il parroco di Baiano di Spoleto e quella mattina i carabinieri andarono a prelevarlo proprio in parrocchia.
Finì in carcere, accusato del reato di blocco ferroviario, per aver “fermato” un treno alla stazione di Giuncano. Insieme a lui finirono nella rete della giustizia tre operai: Mario Tuzi, Rolando Bronzetti e Cesare Grandoni individuati come gli organizzatori della protesta cui avevano partecipato un centinaio di lavoratori e altri preti dello Spoletino.
Una protesta di pendolari, durata circa un’ora. I fatti s’erano verificati più di due anni prima, al 19 febbraio del 1962, alla stazione di Giuncano, praticamente alla metà della tratta Terni-Spoleto della linea Roma-Ancona. Una mattina all’alba un treno fu bloccato dagli autori della protesta, alcuni dei quali – i quattro poi perseguiti . s’erano sdraiati sui binari.
I tempi della Giustizia fecero sì che appunto solo nel giugno 1964 il giudice istruttore di Terni, Manlio Nico, emettesse il mandato di arresto.
La protesta era nata da un problema che affliggeva i pendolari che da Spoleto, Baiano e Giuncano raggiungevano Terni dove lavoravano alle acciaierie. Gli orari erano tali per cui spesso gli operai arrivavano in ritardo ed erano quindi multati dalla direzione della fabbrica. C’era stata quindi una sottoscrizione su una lettera con cui si chiedeva alle Ferrovie dello Stato di rivedere gli orari dei treni. Cosa in verità abbastanza complicata se si tiene conto delle esigenze dell’intera linea ferroviaria da Roma ad Ancona.In ogni caso una soluzione probabilmente si sarebbe potuta trovare. Ma erano passati mesi da quando la richiesta era stata inoltrata senza che ci fosse una risposta. Da qui la manifestazione di protesta, alla stazione di Giuncano, con un centinaio di lavoratori che bloccarono un treno in transito, per richiamare l’attenzione sul lor problema.