Poggiodomo Valnerina

Aereo precipita a Poggiodomo: otto morti

L’aereo precipitato sui Monti Sibillini

Il 3 novembre 1958,

era notte da poco quando un contadino bussò alla porta di Riccardo Bonelli, presidente della Comunanza agraria di Roccatamburo, una frazione di Poggiodomo, sui monti della Valnerina: “E’ caduto un apparecchio – disse con voce concitata – so’ morti tutti”. La comunanza agraria aveva uno dei pochi telefoni della zona. Bonelli dette l’allarme chiamando i carabinieri di Norcia ed indicando loro la zona precisa del disastro: Fonte di Peccolle. Lì i soccorritori trovarono, sparsi tutti d’intorno, i rottami dell’aereo, qualche valigia, alcune borse e otto corpi: quattro erano dei membri dell’equipaggio, altri quattro dei pochi passeggeri che restavano sull’aereo il quale proveniente dal Cairo aveva fatto scalo a Atene e Roma. I viaggiatori erano due rumeni e due yemeniti. Yemeniti anche due dei membri del’equipaggio, mentre il pilota e la hostess erano jugoslavi. L’aereo aveva le insegne delle linee aeree dello Yemen. Era un DC 3,  un bimotore, più noto come Dakota, ai tempi considerato uno dei migliori arerei in servizio.
Il decollo era avvenuto una decina di minuti prima della sciagura da Ciampino con destinazione Belgrado. Appena dopo alcuni minuti la torre di controllo aveva perso il contatto radio e l’allarme era subito scattato. Poi arrivò la telefonata dai carabinieri di Perugia.
Sconosciute le cause dell’incidente. “L’ho visto sbucare dalle nuvole,  volava basso basso, aveva un motore che andava a fuoco, poi all’improvviso è esploso”, raccontò un testimone.

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