Quel pasticciaccio brutto delle corazze d’acciaio

acciaieria corazze
Il reparto corazze alle acciaierie di Terni

Il 24 ottobre 1906
furono arrestati a Milano due noti agenti di cambio accusati di tentato ricatto ai danni della Società Terni. Con una lettera inviata al presidente Prina, essi annunciarono di essere in possesso di documenti compromettenti riguardanti la Terni che si dicevano pronti a consegnare in cambio di duecentomila lire.
Veniva alla luce in questo modo un pasticciaccio brutto e complicato, fatto di una serie di manovre collegate al controllo del sistema delle forniture di acciaio e di corazze per le navi da guerra allo stato italiano.
In arrestso finirono due giovani di circa 25 anni: uno dei due era stato un ex dipendente del Credito Italiano l’altro era giovane di studio presso un grosso avvocato milanese.
Il presidente Prina denunciò immediatamente il tentativo di ricatto e con le manette ai due agenti di cambio si chiuse questa parte dell’indagine. La meno importante e complicata perché sembra che i due, incaricati di compiere ricerche finalizzate a gettare discredito sulla Terni e provocarne il ribasso della quotazione in borsa, abbiano alla fine di deciso di mettersi in proprio.
Si aprirono così vari altri filoni d’indagine che portarono scompiglio negli ambienti finanziari e borsistici. Si sospettò un tentativo di rastrellamento di azioni a basso prezzo. La Terni denunciava il tentativo di porre in essere una vera e propria campagna denigratoria nei suoi confronti, cosa che era diventata ormai ricorrente. Davanti ai magistrati inquirenti furono chiamati, come testimoni, direttori di quotidiani importanti, dirigenti ed ex dirigenti della Terni, industriali concorrenti.
Nella ridda di polemiche e congetture si restò per lungo tempo senza che si arrivasse ad un chiaro pronunciamento né si facesse piena luce sullo scandalo. I lavoratori di Terni denunciarono il tutto come un tentativo di svalutare la qualità delle corazze per navi da loro prodotte, mentre l'”Avanti!”, disse chiaramente che tutto era stato, a suo parere, orchestrato dalla Terni per ottenere maggiori e più forti protezioni e garanzie.

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