Il ferro umbro per la Repubblica Romana

21 settembre 1797
è la data impressa sulla relazione sulla miniera di Monteleone e la Ferriera di Terni che il Cittadino Scipione Breislak consegna al governo della Repubblica Romana nella persona del “Cittadino Toriglioni, ministro dell’Interno”. Breislak è Ispettore dei lavori mineralogici al servizio  della Repubblica. Il sistema miniere di ferro di Monteleone e Ferriera di Terni è considerato “di grande interesse pubblico”. La miniera di Monteleone cominciò ad essere sfruttata prima del 1600, quando lo stato pontificio decise di creare una propria industria metallurgica autosufficiente. A seguito dei danni riportati dagli impianti a causa del terremoto che nel 1703 sconvolse la Valnerina (e non solo) l’attività a Monteleone cessò.

Ferriera del '700 a Terni
La Ferriera papale a Terni

Fu ripresa quasi un secolo dopo, quando il governo papale stabilì di collegare la miniera di Monteleone con una Ferriera da impiantare a Terni. Alla fine del ‘700 la Repubblica Romana, che aveva destituito il governo pontificio, bisognosa  di ferro, decise di rendere efficiente il sistema umbro di produzione. Da qui la relazione di Breislak che non si limita ad ed essere un documento tecnico, ma trattando delle questioni economiche e sociali oltreché poliitche legate alla produzione del ferro in Umbria, diventa un documento storico rilevante. L’ipotesi era quella di lavorare nella ferriera di Terni, che era stata assegnata in concessione al marchese Sciamanna e a Paolo Gazzoli, si sarebbe lavorato minerale ferroso per tre milioni di libbre l’anno.

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Vedi anche: La fabbrica dei baiocchi
Per saperne di più:
 "Relazione sulla Miniera di Ferro di Monteleone 
e Ferriera di Terni 
presentata dal Cit. Scipione Breislak ...", 
Ed. facsim. a cura di Vincenzo Pirro. Icsim Terni.

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