San Nicandro e il primo ospedale ternano

Terni ospedale

La chiesa e l’orto di San Nicandro. Immagine tratta dalla veduta di Terni dipinta nella sede vescovile. Fotorip. Alberto Mirimao

Il 7 settembre 1366
la Confraternita di San Nicandro riceve un lascito da Tristano di Joannuccio. Quei beni, secondo le volontà del benefattore vanno utilizzati per realizzare un ospedale con quattro letti per “accogliere i poverelli”. Era il primo atto per la realizzazione dell’ospedale di Terni. Della Confraternita si parla in una pergamena del 1291, il più antico atto che si conosce tra quelli che la riguardano, ma probabilmente la sua fondazione è antecedente. Nella pergamena si informa che il sodalizio “accetta, a tìtolo di enfiteusi perpetua, un fabbricato con orto ed annessa chiesa di San Nìcandro”. Forse il nome San Nicandro fu aggiunto a quello di Confraternita della Madonna di Piazza. Così, ad esempio, è nominata nell’atto testamentario di Tristano.
Comunque gli storici locali specificano che “Quaranta confrati, tutti del ceto patrizio, componevano la venerabile e nobile confraternita di San Nicandro. Essa ricchissima di denaro, di nobiltà gentilizia, di attinenze cospicue nel clero, nelle armi, nella magistratura mandava i suoi ascritti in abito di cappa e spada ai cortei religiosi, alle pompe ecclesiastiche…”. Per questo la confraternita di San Nicandro era anche conosciuta come 2Soldaizio degli spadiferi”.  Scopo della fondazione era di assistere gli infermi e compiere opere di umanità e carità cristiana e “non si limitò all’assistenza degli infermi, alla elemosina e alla formazione della dote di fanciulle povere”, ma “soccorse il Comune nelle calamità de’ contagi, nelle strettezze della carestia e della fame”.
Tristano di Joannuccio, assegnò nel testamento alla confraternita una parte del proprio palazzo, affinché li trovasse sede un ospedale intitolato a Santa Maria. Contrastanti sono le indicazioni esistenti riguardo all’ubicazione del palazzo: tra gli studiosi di storia locale i più accreditano l’ubicazione nei pressi della piazza Maggiore, e precisamente lungo l’attuale via Roma, nel punto in cui oggi si trova il Politeama. Tristano, che non si conosce con esattezza se fosse o meno nobile mentre è certo che avesse una buona disponibilità economica, sembra fosse godesse anche della proprietà di un palazzetto nel rione “Castelli” – là dove, in tempi più recenti aveva sede in effetti l’ospedale di Terni- ed in prossimità della chiesa di San Nicandro, oggi non più esistente ma ricordata dal nome della via.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento