Il 9 settembre 1860,
bande di volontari entrarono in Umbria da Chiusi, dove era avvenuto il concentramento. Erano i componenti dell’appena costituito corpo dei “Cacciatori del Tevere” guidato dal colonnello Luigi Masi. I “Cacciatori del Tevere” scrissero una pagina luminosa nel quadro della lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia.
Poche ore prima che l’esercito sabaudo liberasse Perugia, loro si mossero con decisione. Erano volontari toscani ed umbri, con pochi mezzi, senza nemmeno vere divise, ma riuscirono a liberare Città della Pieve e Monteleone d’Orvieto che, per parte loro, erano insorte. In seguito, ad Allerona, il corpo si unì ai volontari provenienti da Terni e Todi e in pochi giorni furono conquistate Orvieto, Bagnorea (Bagnoregio), Montefiascone, Viterbo, la Teverina, Amelia, Magliano Sabina, Civita Castellana, Toscanella (Tuscania), Corneto (Tarquinia) e altre località della Tuscia, fino a Fiano Romano.
Luigi Masi nacque a Petrignano di Assisi e crebbe a Stroncone. Sempre in prima linea quando c’era da combattere per la liberazione e l’Unità d’Italia, fu il comandante dei Cacciatori delle Alpi.
Dopo il 1860, divenuto generale, comandò la brigata “Umbria” con la quale partecipò alla guerra del 1866 contro l’Austria. Morì a Palermo dove era comandante di divisione, nel 1872.
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