Per conoscere Valentino: in un romanzo tutto quel che si sa e si racconta di lui

Leggende, racconti, testimonianze storiche non sempre verificabili con certezza. Il sacro, il profano, il sociale, la filosofia, la religione. Quanto è complessa e misteriosa di figura di Santo Valentino? Patrono di Terni, la città “più odiatrice d’Italia” secondo certe classifiche oggi tanto di moda, eppure  patrono dell’Amore. Patrono senza spazio nella cattedrale della sua città.

Resta difficile, complicato e non poco ricostruire una figura così. “Valentino”, il libro di cui è autrice Anna Grazia Lodesani, edito da Thyrus, ha innanzitutto un merito: quello di tentare di mettere a sistema il tutto e fornire un primo strumento per percorrere i primi passi lungo una via. Ovvio, considerare Storia tutto ciò che si sente e si dice su San Valentino è tecnicamente non corretto. Anna Grazia Lodesani ricorre perciò alla forma romanzo e lo dice subito, chiaramente: “Questo racconto, anche se basato sulle scarse notizie storiche riguardanti san Valentino, è opera di fantasia”.

Ma lì, dentro quel racconto c’è tutto: dalla città di Valenzia (Valentia) immaginifica progenitrice (⇰) di Interamna, alle origini familiari di Valentino; dal vescovo e guaritore all’epilogo del martirio; dal recupero delle spoglie e la sepoltura nella necropoli che si trovava nel luogo in cui sorge la basilica; da Serapia e Sabino a Lucilla simboli d’amore. E poi le vicissitudini cittadine che portarono alla scelta di San Valentino quale unico patrono (⇰) della città, Le ricerche forzate e il ritrovamento delle reliquie. Gli scavi più recenti e i reperti sorprendenti venuti alla luce su quello che ormai è il colle di San Valentino.

In conclusione: un racconto, che non è solo un racconto; un libro di storia che non può essere definito un libro di storia, ma è un po’ l’uno e un po’ l’altro per un’operazione che ha due tipi di meriti: il primo – già accennato – è consentire di avere a disposizione un quadro completo o quasi sul patrono di Terni, una specie di fil rouge che collega episodi storici, leggende, supposizioni.

L’altro merito è di mostrare e suggerire un metodo. Una città che davvero vuol valorizzare il proprio patrimonio turistico-culturale prendendo le mosse da San Valentino, non può lasciarlo avulso dal resto della storia più antica di una parte così singolare del territorio umbro. Non può non realizzare un fil rouge, appunto, che colleghi ritrovamenti archeologici dimenticati  come quelli delle alture lungo il corso del Nera; che richiami un popolo misconosciuto come quello dei Naarki; che ricordi quella che – come dice anche Anna Grazia Lodesani – fu forse la più grande necropoli d’Europa, seppur fortemente amputata a causa delle esigenze dell’industrialismo; né può dimenticare le testimonianze visibili (poche) e invisibili (molte) della città Romana, quella che andrebbe – essaa sì – riscoperta e valorizzata.

Valentino sarà pure un santo ma un miracolo tanto grosso non può realizzarlo in quattro e quattr’otto nemmeno lui.

Invece un vero e proprio “miracolo” è costituito dalla vivacità culturale della Thyrus Editrice. Non solo spazio a studi e produzioni letterarie locali (e non), ma anche appuntamenti collegati che spesso vanno a scuotere molti pomeriggi sonnacchiosi di una città di provincia. Tutto grazie al coraggio, al lavoro, alla passione: e senza appoggi.

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