Dante Sotgiu e le riforme degli anni Settanta

Sotgiu 1974-22.06- Mattatoio - Inaugurazione  -1 (10)
Dante Sotgiu (Foto E.Valentini)

Il 16 dicembre 2003 morì Dante Sotgiu, per otto anni sindaco di Terni, sua città di adozione. V’era giunto nel dopoguerra, quale insegnante al Liceo Classico “Tacito”. Alla politica aderì nel 1958 quando, come indipendente della sinistra, entrò nella giunta guidata da Ezio Ottaviani.

Uomo di scuola, Sotgiu s’occupò all’inizio di pubblica istruzione, una passione ed una missione, per lui, che insieme ad alcuni colleghi aveva fondato una casa editrice con lo scopo di diffondere testi destinati più che altro agli insegnanti. Ben preato alla Pubblica Istruzione si aggiunse la cultura, quindi l’urbanistica Al Pci aderì qualche tempo dopo, anche grazie alla strettissima collaborazione con Ezio Ottaviani, anch’egli insegnante, anch’egli cittadino di adozione a Terni.
Il Pci ternano, forte soprattutto di militanti che s’erano forgiati in fabbrica, nell’antifascismo e nella guerra di Liberazione, mostrava la corda su un fronte: mancavano intellettuali, seri, militanti, capaci di far elevare il dibattito. Li trovò in personaggi come Ottaviani, Sotgiu, Pietro Adorno, Raffaele Rossi.
Sotgiu diventò sindaco di Terni nel 1970, in successione proprio ad Ezio Ottaviani. Lo restò fino al 1978. Anni particolari, difficili ma anche esaltanti. I temi sociali sollevati sul finire degli anni Sessanta portavano temi nuovi nel dibattito politico, mentre l’avvio del regionalismo portava con sé un grande processo riformatore. C’era l’occasione di crescere, ma il pericolo era quello di non comprendere sino in fondo o di non saper guidare certi cambiamenti. Sotgiu con la sua esperienza di educatore, la sua integrità e fermezza morali, li evitò quei pericoli, nonostante la crisi economica che a Terni stava assumendo aspetti inquietanti. Sotgiu si trovò a fare i conti non solo con le continue difficoltà del settore siderurgico, ma con processi di ristrutturazione profonda che portarono, tra l’altro, alla chiusura dello stabilimento di Papigno e alla fine dello Jutificio Centurini che il sindaco Sotgiu cercò anche attraverso la requisizione della fabbrica, di scongiurare.

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Sotgiu allo jutificio Centurini

Conclusa l’esperienza di sindaco, non finì l’impegno politico di Dante Sotgiu il quale negli ultimi anni, dopo la svolta della Bolognina, militò nel partito della Rifondazione Comunista, col vigore, la rettitudine, la fermezza di sempre cui si aggiungevano i frutti di una lunga e complessa esperienza.

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Per saperne di più

AA.VV: “Ricordi di Dante Sotgiu“, a cura di Bruna Antonelli. Ed. del Partito della Rifondazione Comunista, Terni 2005