
Sono state superate le difficoltà tecniche di accesso ai fondi utili al cofinanziamento parziale del Piano Industriale per la decarbonizzazione ed il rilancio industriale di AST, un piano da un miliardo di euro, sostenuto con più di 700 milioni dal Gruppo Arvedi e che porterà il sito ternano ad essere uno dei player di riferimento in Italia ed in Europa della siderurgia. E’ stato assicurato – riferisce la Regione Umbria – nel corso della riunione del tavolo sull’accordo di programma AST presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, a cui hanno partecipato la Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il Ministro Urso, il suo capo di gabinetto Eichberg, il capo della segreteria tecnica Calabrò, i dirigenti del Ministero dell’ambiente, l’amministratore delegato di FinArvedi Mario Arvedi Caldonazzo, l’amministratore delegato di AST Menecali e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Il tavolo, era stato richiesto venerdì 19 maggio dalla Presidente Tesei a seguito degli incontri tecnici delle ultime settimane, successivi al secondo decreto direttoriale MASE a valere sull’ultimo Temporary Crisis Framework Europeo. L’azienda ora dovrà presentare, entro la mattina del 30 giugno, la domanda di accesso alla finanza agevolata, cui seguirà, con un dettagliato cronoprogramma che è stato illustrato, la firma dell’accordo. Le risorse comunitarie che sosterranno in quota parte il piano dovranno essere rendicontate entro il 2026, per tale ragione la proprietà Arvedi ha già provveduto a sostenere alcuni impegni per non farsi trovare impreparata e rispettare così le rapide tempistiche di attuazione del Piano stesso.
La presidente Tesei ha ribadito la strategicità dell’azienda non solo per l’Umbria, ma anche in una prospettiva di interesse nazionale, soprattutto per ciò che concerne l’acciaio Inox – settore in cui rappresenta uno tra i primi 4 produttori in Europa – tubi, fucine e lavorazione del magnetico il cui ritorno della produzione significa giocare da Terni un ruolo da protagonisti nella rivoluzione che sta portando l’auto elettrica. La Presidente ha inoltre sottolineato come il Piano industriale preveda quel fondamentale percorso di decarbonizzazione del sito ternano che avrà un forte impatto positivo sull’ambiente, risolvendo ataviche problematiche della conca ternana. Proprio Arvedi Caldonazzo ha confermato che sul modello di Cremona, sito del Gruppo Arvedi unico al mondo certificato carbon neutral, nel piano industriale di AST sono previsti 86 milioni di investimenti dedicati al piano ambientale. Il Ministro Urso ha informato che il prossimo step, dopo aver ricevuto la domanda da parte dell’impresa, sarà quello di riconvocare il tavolo già i primi giorni di luglio per procedere con i successivi adempimenti formali.
Regione ed Ast Arvedi esprimono soddisfazione e parlano di “svolta decisiva nel rilancio del fondamentale sito produttivo ternano”.
Ma non è del tutto convinta di questo la Fiom Cgil. “Abbiamo manifestato grande preoccupazione per la mancanza di certezze sia sul piano industriale che sull’accordo di programma, perché è necessario avere garanzie sull’occupazione, dei diretti e dell’indotto, e sulla continuità di lavoro visto che nell’ultimo mese l’azienda è ricorsa all’utilizzo della cassa integrazione- riferiscono in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil Terni – Per la Fiom è necessaria la programmazione, e per questo è necessario fissare un incontro rapidamente, nella seconda metà del mese di giugno, presso il Ministero per verificare l’andamento del percorso per l’accordo di programma a seguito del piano industriale”.
“Il Ministero e la politica devono svolgere la propria parte, è trascorso oltre un anno dall’acquisizione di Acciai Speciali Terni da parte del gruppo Arvedi – aggiunge la Fiom – E’ il piano industriale il punto da cui iniziare nel confronto tra i sindacati e l’azienda nei prossimi giorni per valorizzare le produzioni, a partire dalle linee guida del piano che devono trovare concretezza in particolare relativamente al magnetico e alla filiera del tubo. Occorre chiarire riguardo agli investimenti pubblici e privati per il processo di sostenibilità ambientale, in primis decarbonizzazione e ambientalizzazione mentre nel confronto con i Ministeri competenti e la Regione Umbria andranno affrontati anche i punti critici riguardanti le infrastrutture, dal costo dell’energia fino alla logistica. Per la Fiom bisogna tenere insieme gli investimenti, la garanzia occupazionale, la sostenibilità ambientale e la tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza“.