
E che problema c’è? Alla fine il bivio è sempre quello. Anche per il ballottaggio di domenica 28 maggio (e lunedì 29), quando gli elettori ternani saranno chiamati a scegliere tra Orlando Masselli e Stefano Bandecchi il loro prossimo sindaco. Da una parte c’è l’offerta tranquilla e quasi rilassante di poter scegliere la continuità, un usato sicuro. Dall’altra c’è un candidato che promette di squassare il sistema e quindi si presenta come “rivoluzionario” con i rischi che ciò comporta, ma anche con la possibilità di ottenere vantaggi che al momento appaiono quasi impossibili.
La teoria è questa. Poi, però, c’è la situazione reale, concreta. Quella che fa dire a tanti umbri: “Fortunatamente non abito a Terni”.
La continuità in tutta tranquillità è impersonata dal candidato Orlando Masselli, del centrodestra. E’ lui l’usato sicuro. Ma come dicono in America: se suonasse alla vostra porta, comprereste un aspirapolvere da lui? La continuità di Masselli è quella con la giunta a trazione leghista di cui il candidato ha fatto parte. Quella che ha governato Terni – nel modo in cui l’ha governata – per gli ultimi cinque anni. Una continuità in cui non hanno creduto, se vogliamo essere sinceri, nemmeno loro. Altrimenti sennò, perché la giubilazione di un sindaco alla fine del suo primo mandato? E poi per sostituirlo con chi? Con l’assessore al bilancio della di lui giunta?
Già a pelle, quando si dice assessore al bilancio, chissà perché, si pensa alla matite copiative, ai libroni quadrettati, a numeri, numeri e ancora numeri, alla partita doppia, all’obiettivo massimo da raggiungere che consiste, alla fine, in un pareggio. Insomma la negazione della creatività, del pensare in grande, dell’offrire al governo di una città che ne ha bisogno, una serie di colpi di reni. “Consapevoli di aver fatto e con la voglia di fare”: più o meno era questo lo slogan d’avvio campagna elettorale di Orlando Masselli e di un centrodestra ora a trazione fratelli d’Italia e con la Lega sfilacciata dalla perdita secca di un 25% dei consensi (dal 29, al 4 e spicci).
Consapevoli di aver fatto che? Uno degli impegni solenni fu quello di difendere l’Asm: “Non si tocca” recitava lapidario uno dei primi punti della giunta Latini. E infatti l’Asm adesso è guidata da Acea, dopo che un altro assessore al bilancio – il primo – fu sostituito, proprio con Masselli, perché voleva vendere le quote di Asm di proprietà comunale, pur se a caro prezzo. Fortunatamente (per i compratori) l’avvento di Masselli ha avuto un effetto di calmiere proprio sul prezzo. E che calmiere! E l’Asm che non si doveva toccare… Per il resto? Il Palazzo dello Sport? “eccolo, è quasi finito”; il recupero del vecchio mercato coperto? “Stiamo praticamente all’appalto”; il teatro Verdi? “Il progetto c’è e una prima parte è stata appaltata”; le buche lungo le strade e l’erba alta? Come “quelli di prima”: perché la natura non puoi frenarla con un ordinanza (con quella casomai puoi stabilire che la gente si vesta come dice il Comune) e perché le buche sull’asfalto tornano sempre se non assicuri una manutenzione come si deve.
Se la continuità è questa… meglio rivolgersi da un’altra parte. Si, ma dove? “A Terni serve un sindaco vero”, è stato un altro slogan di Masselli. Parole sante, come si dice. Ma dove lo andiamo a prendere?
Puntiamo sulla rivoluzione confusionaria di Stefano Bandecchi? Il competitor che annuncia sfracelli e già sta organizzando una “marcia su Perugia” da cui poi – corsi e ricorsi storici? – vorrebbe organizzarne un’altra su Roma? Conviene puntare su colui che promette, che assicura di essere un grande imprenditore e quindi sa come gestire qualsiasi tipo d’azienda? Ma davvero c’è qualcuno che pensa che una pubblica Istituzione come il Comune può essere gestito come un negozio di scarpe, un condominio o una fabbrica di mattoni? Davvero si può essere il sindaco di una città di una certa importanza – nonostante tutto ed ancora – mettendosi i panni di “Er più” e trattare a pesci in faccia i cittadini o promettendo ultimatum a multinazionali varie o all’Università di Perugia? Certo, c’è sempre chi in una specie di transfert si cala nel personaggio fino a sentirsi al posto suo o come lui. A Terni si dice: “Consolamoce con l’ajettu!”.
W.P.