Il dente avvelenato del M5S e lo sprofondamento della Lega

Stefano Bandecchi e Orlando Masselli al ballottaggio

Hanno il dente avvelenato quelli del Movimento 5 Stelle e accusano il Pd che non ha voluto – dicono loro – sottoscrivere l’accordo di allenza elettorale. Inutile adesso stare a rivangare che quella del Movimento fu considerata dal Pd più che una proposta l’offerta di una graziosa cooptazionealla stregua di una cooptazione. Però anche questi del M5S vanno compresi. Per la seconda volta contano di passare all’incasso dopo le vicissitudini altrui e per la seconda volta trovano lo sportello postale chiuso. Forse una maggiore malleabilità, un rispetto appena appena più considerevolemigliore nei confronti degli altri, sarebbe d’uopo. Tenendo magari a mente quella vecchia frase che si prounciava in passato nel corso di una trattativa: niente a pretendere.

E così quel che il centrosinistra – nella sua interezza – temeva si è verificato. Stefano Bandecchi andrà al ballottaggio con Orlando Masselli e la pletora di liste che lo appoggiano. Il ballottaggio è sempre faccenda strana. A Terni lo si dovrebbe sapere. Accadde nel 1993 con Gian Franco Ciaurro che ribaltò i banchetti a favore di Alleanza per Terni. Qualcuno dirà che la differenza tra Ciaurro e Bandecchi, considerati come personaggi, è abissale. Il fatto è, però, che anche la città è cambiata molto dal 1993 e non in meglio. Da non dimenticare nemmeno l’esperienza dell’anatra zoppa, ossia del caso in cui il sindaco eletto fu di uno schieramento (Ciautto, centrodestra) e la maggioranza in consiglio era composta da rappresentanti del centrosinistra. Una situazione che non fu di grande dinamismo.

Quell’anatra zoppa fu l’effetto del voto disgiunto. Che invece nel 2023 ha avuto un altro effetto: una confusione generale per l’assegnazione e soprattutto il conteggio di voti e preferenze, con seggi i cui componenti sono andati ad un certo punto nel pallone: ci sarebbe – addirittura – il caso di un seggio in cui non sarebbe stata espressa alcuna preferenza tra i candidati delle tre liste che appoggiavano Josè Kenny, il che sarebbe davvero singolare.

A destra va sottolineata la rivincita di Marco Cecconi, il primo tra i politici di “grido” ad essere giubilato dalla giunta Latini. Oltre seicento le preferenze espresse per lui, con un risutato che lo colloca tra i primi nella graduatoria di mister preferenza che – non si dimentichi – nel 2018 fu appannaggio di Emanuele Fiorini che allora era nella Lega, mentre quest’anno la fascia spetta al Pd Francesco Filipponi. Due aprole vanno riservate alla Lega che nel 2018 si consderò padrona del campo. Prse da sola il 29,1% dei voti e 13 seggi su trenta. Diebìversa la posizione nel 2023: 4,28%. Tutta copa di Latini? Un bel rotolone, ma tanto c’è garantiuta già qualche poltrona di prestigio, però Forza Italia…. Sempre che, Stefano Bandecchi, non sia sorprendente fino alla fine ed in quel caso non toccasse a lui nominare gli assessori. Chi chiamerà in giunta? La curiosità non è da poco.

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