
Sarà, ma come comunicatore Stefano Bandecchi non lo batte nessuno. Almeno in questa campagna elettorale per le comunali ternane 2023 cui si candida sindaco. In una campagna condotta sulle onde di un populismo di buon mercato poteva mancare la porchettata? Ma certo che no. Ed eccolo, Bandecchi, che ti organizza una chiusura di campagna elettorale in cui mancano solo – e qui perde un punto – le bancarelle con le nocchie e i fuochi d’artificio. Venerdì, ore 21, allo stadio Liberati comizio di chiusura di una “campagna elettorale ricca di emozioni e di affetto, di pacche sulle spalle, di strette di mano . dice Bandecchi – Ho girato la città in lungo e in largo, ho incontrato migliaia di cittadini che chiedono finalmente un riscatto, dopo anni di ingiustizie sociali e menefreghismo da parte della classe politica, da destra a sinistra, che mi ha preceduto. Ho deciso di chiudere questa prima fase della competizione elettorale organizzando qualcosa di speciale, perché grazie a tutti voi cambieremo la storia di Terni. Questa serata è per voi!”. Porchetta e vino per tutti, navetta gratuita per raggiungere il luogo dell’evento. “Vi aspetto!”, ammicca in una foto in cui indossa – una rarità – perfino la cravatta.
Si discute più che altro di questo comizio, si parla soprattutto di uno dei sette candidati a sindaco domenica e lunedì prossimi. Con gente che si indigna non perché Terni ed i ternani vengono trattati come pecore da pascere, ma perché si viola con un comizio, con “la politica” un luogo venerabile: un campo da calcio.
E lui gongola. E’ una linea che segue dall’inizio di questa avventura: stupire, presentarsi aggressivo e “benpensante”, l’uomo capace contro una manica di incapaci che lo hanno preceduto in politica, succubi dei perugini, senza attributi (lui usa termini più espliciti). La risultante è che agli occhi di molti appare come l’uomo in grado di sparigliare e quindi… perché dopo aver provato con la Lega non provare con lui? Chiunque abbia assistito ai confronti tra i candidati a sindaco non può non aver notato la differenza: al confronto dell’immagine da fratino cercatore, da impiegato di quinto livello, o peggio di stoccafisso di alcuni suoi colleghi lui diventa un gigante che si presenta come l’uomo sanguigno, animato da vis polemica, che prospetta come tutto facile e raggiungibile perché – che ci vuole? – lui è “lu mejo”.
I palati forti amano sapori forti. E che c’è di meglio di un panino con la porchetta ed un paio di bicchieri di vino, oltretutto “a gratisse”?
In bocca al lupo.
w.p.