
“Oggi è più facile andare sulla Luna a piedi che rifare la vita che faceva la gente 50 anni fa”, dice Dante. Lui abita a Castellonalto, un paesino sulle montagne della Valnerina. Una vita dura ma semplice, fatta di lavori sfiancanti, La stessa vita che fanno i pochi abitanti rimasti, allevando mucche o coltivando la terra. “Mangiavo una volta al giorno, alimenti che si conservano senza frigorifero e pregavo per 18 ore” – ricorda Pietro l’eremita.
E’ pugliese Pietro Lentini: tanti anni fa scelse di vivere in un rudere utilizzato dai pastori a Capo Riti, sotto al Monte Aspra. Lì è rimasto fino a pochi anni fa, quando raggiunta l’età di 70 anni ha deciso di trovare una sistemazione più accogliente a Colleolivo. Negli anni vissuti nel bosco, Pietro conobbe Dante Pellini, che dapprima rimase spaventato da questo eremita dai lunghi capelli e successivamente affascinato dalle sue mirabolanti storie.
Sono ora personaggi del film “Su queste montagne” che sarà dal regista Andrea Sbarretti e dal cast, al Cinema Politeama di Terni il giorno 13 aprile alle ore 21 e rimarrà in programmazione fino al 19 aprile (tranne il lunedì giorno di chiusura del Politeama).
Pietro l’Eremita, Dante ma in questo lembo di terra tra Polino e Ferentillo vivono anche Alfredo e Fabiano, padre e figlio che ogni giorno salgono alla Fontana di Colle Ottavio per governare il loro bestiame. Poi Manuel, uno dei pochi giovani rimasti a lavorare nei campi. Loro sono i testimoni inconsapevoli di un mondo rurale che resiste e che attraverso la quotidianità tramanda tradizioni e costumi ormai persi da tempo.
Cinque protagonisti e cinque modi di salvaguardare il territorio, perché “Su queste montagne” è un film ambientalista, che vuole riscoprire il rapporto uomo natura nel rispetto degli animali e della terra. ” Non siamo più abituati a camminare sui sassi, le persone vivono la loro vita tra cemento e metallo, abituati a camminare solo su pavimenti di uffici e asfalto” dice il regista Sbarretti.
Un cinema del reale che viene raccontato senza ostentazione e senza musica; l’unica colonna sonora diegetica è quella del flauto di Pietro, che accompagna discretamente in un paio di scene, le immagini suggestive del Salto del Cieco (ex dogana tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie). Il film è stato selezionato in 30 Festival tra cui Capri, Ischia, Ariano, Ascoli Piceno, Fiuggi, Terni, Madrid, Dubai.