
Nella giornata del prode Orlando Masselli candidato sindaco di Terni della destra e della roboante presentazione ufficiale (chiamata conferenza stampa, ma era – al solito – un comizio) passano in secondo piano altre notizie riguardanti la politica ternana e le imminenti elezioni comunali. Ma ce n’è qualcuna che merita un minimo di attenzione, anche per consentire a chi ha tempo e voglia di leggere due righe, di avere qualche elemento in più di valutazione. La prima è costituita dai risultati di un sondaggio commissionato dal Movimento Cinque Stelle: il 38% degli intervistati ha dichiarato che come sindaco di Terni voterebbe Leonardo Latini, il 19% Claudio Fiorelli, il 16% Josè Maria Kenny, il 13% Stefano Bandecchi e un misero 11% il prode Orlando. Una bella “stracciata” se Latini fosse in corsa.
Seconda notizia: il salto mortale triplo con una quindicina di avvitamenti – e relativo record mondiale – compiuto da un consigliere che nel 2018 fu eletto col Pd, passò al gruppo Upt che comprendeva consiglieri della Lega che avevan abbandonato il lro gruppo, approdato ultimamente in Azione, e che ora danno quale candidato in una civica che si chiama “Masselli sindaco”. Tanto per non far nomi si tratta di Valdimiro Orsini che avrà le sue buone ragioni: una scelta così difficile e contorta va quantomeno rispettata. Ma induce a pensare che il simbolo di Azione probabilmente sulle schede elettorali non ci sarà o gli “azionisti” – pur non ufficialmente – saranno al seguito del supposto vincitore e non come sembrava nello schieramento di centrosinistra. Qualcuno seppur dietro le quinte avrà preso una decisione definitiva.
Poi c’è la terza notizia. Progagonista è Sara Francescangeli. Un minimo di curriculum: “Sono una persona di destra, per educazione, formazione e scala valoriale. Tuttavia, la mia fede non ha mai obnubilato la ragione, né impedito di discernere cosa fosse giusto e cosa sbagliato”, dice di sé stessa. Nel 2018 è candidata con la Lega “per combattere un sistema che si era cronicizzato, permeando l’intera attività amministrativa e regalando la città all’inerzia, al degrado, al grigiore”. Eletta con 257 preferenze resta consigliere fino all’agosto del 2019, quando si dimette per entrare nella giunta Latini al primo rimpasto: fuori Sonia Bertocco, fuori Marco Cecconi, vacante il posto di assessore al bilancio dopo il passaggio volante di un esperto paracadutato a Terni dalla Lega (Fabrizio Dominici) il sindaco nomina, oltre a Francescangeli, Orlando Masselli (toh…) e Cristiano Ceccotti.
Sara Francescangeli resta in giunta quattro mesi, poi a casa, “silurata” disse lei. “Ho dichiarato di vivere quella sfiducia come un vanto, denunciando, già allora, il fallimento del centro destra, denunciando, a gran voce, che non avevamo fatto altro che sostituire un sistema ad un altro, identico, ma di “colore” diverso”, ricorda. “Il problema non era Leonardo Latini, perché in giunta, la direzione politica dell’azione amministrativa, si decide in dieci, ed il voto del Sindaco, come in consiglio, vale quanto vale quello di un assessore o di un consigliere. E molti di quegli assessori e consiglieri vi chiedono di essere votati, oggi, per continuare un lavoro che hanno essi stessi abiurato, con la sfiducia del Sindaco. Avevamo preso in mano una città malandata, l’hanno lasciata agonizzante. Le poche opere realizzate sono merito di chi, troppo efficiente da “sopportare”, è stato mandato a svolgere un compito più alto (Sacciofà Melasecche, ndr). Non sono stati attratti investimenti, a Terni hanno chiuso persino le grandi catene, la città è sporca, non curata, insicura, invisibile ai turisti che affollano l’Umbria, le navi da crociera non sono mai arrivate, curarsi è diventato impossibile, l’aria irrespirabile. Deve essere per questo, perché ho conservato la mia capacità di critica, che il “sistema” non mi ha accettato in questa nuova sfida elettorale”.
Sara Francescangeli, adesso, annuncia la propria candidatura con Alternativa Popolare. Ossia con Stefano Bandecchi. Ma questo è un problema suo.