
Parte il progetto di Polo Alternativo per l’Umbria. Un “campo largo” delle forze di centrosinistra che si proponga – ovviamente – come alternativo alla destra che governa. Un’idea che ha visto compioere il rimo esperimento a Terni, per la verità non con grande successo. La coalizione che sosterrà il candidato sindaco del Polo, Claudio Fiorelli, è formata dai Cinquestelle, e dai candidati della lista Bella Ciao: uomini e donne di Rifondazione, del Partito Comunista Italiano, con “forti componenti civiche” aggiunge il segretario di Rifondazione, Lorenzo Carletti.
Dritto per dritto, comunque, il Progetto viene esteso nello spazio e nel tempo. Almeno questa è l’idea dei proponenti. Ossia il Movimento 5 Stelle che lo offre a chi vuole starci in occasione delle amministrative di maggio e per le regionali del 2024. Il progetto è stato illustrato in una conferenza stampa a Palazzo Cesaroni, dal coordinatore regionale del M5s, Thomas De Luca, dalla coordinatrice provinciale di Perugia, Tiziana Ciprini e da quello provinciale di Terni, Fabio Moscioni.
Si sono decisi a compiere il passo – ha spiegato De Luca – in quanto “Prendiamo atto purtroppo che con le altre forze di centro sinistra non è stato possibile fare un’alleanza strutturale e noi quindi andiamo avanti dritti verso la nostra direzione. Oggi in Umbria, a differenza di quelli che sono stati gli intenti più volte messi sul tavolo verso un campo largo, ci troviamo di fronte alla realizzazione di un campo stretto, che si è sostanzialmente circoscritto in un perimetro che va da Azione a Sinistra italiana. Il Movimento 5 Stelle è stato ‘gentilmente’ posto al di fuori di questo perimetro, nonostante noi abbiamo cercato di perseguire con ogni mezzo l’unità di tutte le forze politiche per dare alternative a questa destra”. “Che sta evidentemente delineando un’Umbria in cui la forbice delle disuguaglianze si allarga giorno per giorno, dove la qualità ambientale dei territori sta diventando devastante e dove non c’è più l’esigibilità del diritto sostanziale alla salute”, ha aggiunto De Luca.
Ma è pensabile che tra chi si sente di sinistra ci sia qualcuno che di dichiari contro la Qualità ambientale dei territorio e contro il diritto alla salute? E davvero possono essere considerati divisivi al punto di far saltare il tavolo delle trattative a livello regionale temi definiti dal coordinatore M5S, “prioritari come (appunto) la salute pubblica, i beni comuni, il lavoro, i diritti, la lotta alle discriminazioni”. Ma con quale gente di sinistra hanno parlato i rappresentanti dell’M5S?
Il Polo Alternativo proposto sembra, in opgni modo, voler essere un programma di governo già bell’e tracciato, al punto di fornire anche nome, cognome e fotografia dei candidati da porre ai vertici della colaizione. Così, ad esempio, è accaduto a Terni. Dove per avere un accordo di coalizione gli altri avrebbero potuto semplicemente accodarsi, rinunciare alla propria iniziativa politica o contenerla entreo recinti precostruiti. Siamo noi la vera forza della sinistra, sembra dire il M5S, dimenticando quando, sempre a Terni, faceva a gara a chi urlava più forte con i compagni di banco dell’opposizione nell’aula di Palazzo Spada, a chi presentava o minacciava di presentare denunce di qua e di là, a mostrare magguiiore rigidezza nei confrotni di un’amministrazione in difficoltà rifiutando qualsiasi poroposta tecnica (e c’era) per evitare lo stato di dissesto del Comune.
Se non si fosse trattato del Movimento grillino si sarebbe potuto pensare che la spinta veniva da interessi “di bottega”, nella convinzione di passare con la falce (e senza martello) a mietere i voti degli incacchiati col Pd. Ha vinto la destra, invece. Quella destra che ha governato talmente bene da mandare a casa il sindaco ched ne era la punta diamante, mentre il partito trionfante la Lega, è stato già giubilato dagli elettori e persino dagli eletti di allora i quali ancora continuano a saltare sul carro dei Fratelli d’Italia.
A Terni il Pd, seppure a quei tempi malmesso e triturato dalle guerre intestine e da una politica disonorevole, rappresenta ancora (dati delle politiche di sei mesi fa) oltre il 20 per cento dei cittadini che vanno a votare (circa il 7% in più del M5S). Era lecito pretendere che si pesentasse alla trattativa col cappello in mano? Umiltà, mea culpa nel riconoscere i gravissimi errori compiuti, ma la dignità non puà essere calpestata. Il Pd, quindi proponeva un colloquio che prendesse le mosse dalle idee nel rispetto di ognuno prescindendo dal peso elettorale. Trovarsi spiazzati con la presentazione di un candidatio a sindaco e di un programma, cui – se voleva – poteva anche aderire magari con qualche concessione, sarebbe stato però non dignitoso. Prenderre o lasciare, insomma. Se il percorso per il Polo Alternativo regionale è simile, come sembra a leggere le prime mosse, l’iniziativa annunciata da De Luca quanta strada potrà fare?