Davvero una sorpresa la ricandidatura di Latini?

Qualcuno dubitava? Perché tanta sorpresa per il fatto che Leonardo Latini, sindaco uscente di Terni, si ricandiderà? Lo ha annunciato lui stesso più di dieci giorni fa: una decisione presa, disse, in conseguenza dei “numerosi attestati di stima e incoraggiamenti, molti dei quali sono sfociati nella volontà di mettersi a disposizione in prima persona per sostenere un progetto di rilancio iniziato nel 2018. Attestati che mi incoraggiano e mi spingono a restare in campo, mettendomi a disposizione della nostra città con la passione e spirito di dedizione che hanno contraddistinto il mio impegno in questi 5 anni in cui ho avuto l’onore di guidare Palazzo Spada”.

Più chiaro di così… Semmai è da stabilire se Latini sarà il candidato di una o più liste che avranno un simbolo tutto loro, o se in capo all’elenco ci sarà di nuovo il guerriero lombardo con lo spadone sempre in alto. Il simbolo della Lega. Ma quale Lega? Cos’è oggi la Lega a Terni? Alla luce degli orientamenti elettorali manifestati recentemente, arrivati dopo le fughe e le trasmigrazioni, Fratelli d’Italia, col 30 per cento dei consensi non ce la farebbe anche da solo a portare Orlando Masselli al ballottaggio? Perché il popolo del “provamo questi” è sempre in movimento, ma risponde più che altro ad una vera e propria forza centrifuga, che lo porta sempre più in là. Certo, l’8 per cento delle ultime politiche, la percentuale dei voti leghisti, fa non solo comodo, ma di più. Però alla fine… à la guerre comme à la guerre.

Tutto questo per avanzare il dubbio che la destra ternana, così sicura di sé, potrebbe trarre vantaggio dal ragionare su alcune questioni. Un candidato come Stefano Bandecchi, ad esempio, dove andrà a pescare? Tra qualche ex Cinquestelle, qualche ex leghista, qualche Fratelli d’Italia (ed oltre) tutti elettori mossi ovviamente dalla spinta centrifuga. E di Emanuele Fiorini, il quale ha anch’egli annunciato la propria candidatura a sindaco, cosa vogliamo dire? Quante di quelle oltre mille preferenze personali ottenute quale candidatio della Lega nel 2018, gli saranno restate appiccicate?

Alla fine vanno fatti anche due conti. Finora i candidati annunciati (ma poi si vedrà il giorno delle presentazione ufficiale) sono otto. Non c’è male. Nell’area centrosinistra: Tobia (Potere al Popolo), Cianfoni (Innovatori), Fiorelli (M5S, Bella Ciao, e cespugli), Kenny (Pd, Sinistra Italiana, Articolo1, e cespugli). Nell’area centrodestra: Masselli (Fratelli d’Italia), Latini, Fiorini (se tutto gli andrà bene), Bandecchi (Alternativa Popolare).

L’esperienza, proprio ternana, insegna che tanta frammentazione alla fine può essere madre di qualche sorpresa premiando il candidato che può contare sulla cieca fedeltà dei suoi.

Resta da parlare di Azione. Non si capisce cosa vuol fare. Va però registrata un’iniziativa cui non è stato dato il credito che meritava. E’ l‘iniziativa di Sergio Filippi, tesserato di Azione, uomo politico di lunga navigazione. Uno che ha ricoperto incarichi amministrativi importanti: è stato assessore allo sviluppo economico a Terni nell’amministrazione comunale 1985-90, in seno alla quale, lui esponente repubblicano, fu il segno tangibile di un tentativo di apertura da parte delle amministrazioni “rosse” ed uno fra gli artefici della nasciata di quell’Alleanza per Terni che portò Gian Franco Ciaurro a Palazzo Spada. Insomma ha naso. E se uno così, ora che è approdato in Azione, perché chiede l’intervento autorevole di Carlo Calenda e del segretario umbro Giacomo Leonelli per fermare “la propensione al posizionamento personalistico di chi rappresenta Azione [che] ha finora rallentato quel processo di aggregazione e allargamento tanto atteso da ampie componenti sociali e culturali cittadine”. Di quali opersoinalismi parla Filippi? A chi si riferisce?

In conclusione è caos. Con buona pace di qualche informatore – spesso imbeccato – che si diverte a proporre le congetture più fantasiose. Si sa, quando non è vero niente tutto è verosimile, specie se si parla di nomi e candidature. Ma di idee e progetti per questa città di Terni chi ne parla? Poi dice che uno si butta nell’anticpolitica.

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