
E’ notizia di questi giorni che il governo stia intervenendo sul codice degli appalti per eliminare forme di gara che garantiscano imparzialità e trasparenza su affidamenti di grande valore economico che prevedono l’utilizzo di fondi pubblici, privilegiando l’affidamento diretto. Tutto ciò senza vietare, limitare o regolamentare i subappalti che sono la vera piaga del settore. Da questi in particolare nascono gli abusi e lo sfruttamento lavorativo che colpisce il salario e i diritti dei lavoratori, nonché l’infiltrazione di mafie e malaffare.
A fronte di tanta deregulation, ci chiediamo se il Comune di Terni intenda proseguire nella ridicola pratica di “Gara” cui ha sottoposto le associazioni di volontariato per l’utilizzo di spazi comunali per i quali si richiede, a soggetti che non svolgono attività economica con relativo guadagno, di caricarsi spese di affitto esorbitanti senza senso, partecipando a “bandi strutturatissimi”. Per la destra quindi, i balneari non devono partecipare a gare e pagare affitti consoni per spazi pubblici su cui fanno profitto, gli appalti vanno affidati direttamente, mentre ad associazioni che svolgono iniziative a favore della collettività senza scopo di lucro, come la Casa delle Donne o i Centri Sociali per Anziani o associazioni a tutela di persone disabili, culturali,giovanili, cui dovremmo dire grazie e dare contributi di sostegno, si chiede di pagare e fare gare con progettualità consistenti e punteggi di merito. Con questa metodologia abbiamo già perso l’impegno di tante associazioni e ridotto a stanze vuote luoghi che producevano aggregazione e iniziative per la città (si veda via Carrara, Via dell’arringo). Non è il caso di stoppare questi bandi e tornare alla co-gestione e co-progettazione nei settori dove avrebbe veramente senso? Siete in tempo uscite dal ridicolo, fermatevi.