
Niente conferma per Leonardo Latini e manco per la Lega di cui è esponente. E la stessa Lega, al momento, non si pronuncia. Staranno forse pensando. Fratelli d’Italia, però, ha considerato che era ora di darsi una mossa e con una manifestazione organizzata davanti Palazzo Spada ha ufficializzato la candidatura a sindaco di Terni di Orlando Masselli.
L’investitura del prode Orlando è stata annunciata da Francesco Zaffini, coordinatore umbro del partito, su indicazione di Giorgia Meloni “Ormai siamo prossimi alla presentazione delle candidature non si poteva più aspettare. Per questo Fratelli d’Italia – accordi o non accordi – ha deciso di “offrire la candidatura di Orlando ai ternani”, ha detto.
Ma se l’accordo con la Lega non c’è tutti quei vertici romani convocati per decidere, non sono serviti a niente? Sembrerebbe, ma probabilmente non è così: dovrebbero essere serviti ad esempio a far capire ai vertici nazionali della coalizione che governa l’Italia che la situazione politica ternana non poteva e non può essere letta dentro uno schema “classico”. E se ci fosse bisogno di una riprova basterebbe dare un’occhiatina a quesl che succede nel centrosinistra.
Quelli di Fratelli d’Italia ritengono, comunque, che ora tocchi a loro: nel 2018, alle comunali ternane, presero il 6,34%; già un anno dopo, alle Regionali erano saliti di tre punti e mezzo (ma la Lega a Terni prese quasi il 41), fino a sfondare oltre il 30% alle politiche del 22, col partito di Salvini (e del sindaco Latini) in caduta libera fino all’8. “Finora abbiamo fatto i portatori d’acqua e di voti – dice Zaffini – adesso siamo il primo partito della coalizione, anche a Terni”. Come a dire: noi siamo stati rispettosi dei nostri alleati adesso tocca a loro. Forza Italia non fa una piega, ma alla Lega l’aria rarefatta che si respira ad altitudini esagerate qualche effetto deve averlo fatto. Se non altro perché c’era più di qualcuno che contro Latini e la sua riconferma aveva avviato una motosega con cui voleva arrivare alle gambe della sedia.
Zaffini, nell’ufficializzare la candidatura del prode Orlando è stato chiaro: “Contiamo che alla fine la Lega si dichiari d’accordo”, anche perché c’è da difendere quello che gli stessi Fratelli d’Italia considerano un valore essenziale: la coalizione. Ma allora? E’ probabile che nella Lega si prenda atto della situazione, pur facendosi reggere per salvare la faccia e magari procedendo a qualche operazione di rinnovamento ibterno. Si parla di livelli non proprio bassissimi. Basta fare per un momento mente locale su chi ha sostenuto a spada tratta la ricandidatura Latini: si va dal segretario regionale, ad alcuni assessori comunali ternani, a qualche consigliere regionale che dall’elezione in qua è uscito dal dimenticatoio solo per spezzare una lancia per il “LalloBis”.
“Lallo”, però, secondo alcuni dei suoi se l’è cercata pure. Gli imputano uno scarso rispetto per alcuni colleghi di partito promossi e giubilati senza troppi riguardi in poche settimane, e un eccessivo controllo esercitato sul gruppo consiliare. Diciamo, lo si accusa di un certo auto isolamento che lo ha portato a toccare con mano che molti nemici, molto onore è solo uno slgan e per di più sorpassato. Una rigidità che non è apparsa evidente nell’azione amministrativa se Zaffini parla di una futura amministrazione ternana più efficace e “capace di mettere a terra” alla svelta i progetti più urgenti
Forse proprio da qui, dalla consapevolezza diffusa di questa situazione sono nati i bollori di chi ammiccava alla poltrona di Palazzo Spada: leggi Valeria Alessandrini che continua a sforzarsi di far capire quanto sia importante e determinante il suo ruolo di consulente del ministro della pubblica istruzione. Ciononostante sembra ambire ad un incarico di maggiore visibilità. C’è stato persino chi ha tentato un colpo azzeccato al momento giusto e l’ha buttata là informando attraverso una dichiarazione all’Ansa che lui, Enrico Melasecche, il “rieccolo” umbro, alla fine avrebbe potuto anche sacrificarsi. I sogni aiutano a sognare, direbbe quello della notte in tv, ma pare che pure stavolta gli sia andata buca.