
L’Usl 2? Un disastro! I sindacati per la verità l’affermazione la articolano meglio: “La gestione della sanità nella Usl Umbria 2 era critica già prima della pandemia: immobilismo, lentezza decisionale, assenza di una chiara visione programmatica. Adesso, a più di tre anni di distanza, siamo di fronte ad un reale disastro. La USL Umbria 2 è allo sbando, lo vivono sulla loro pelle le cittadine e i cittadini per la carenza dei servizi ed i dipendenti che si trovano a lavorare in una completa assenza di organizzazione”, scrivono in un documenti i segreati aziendali Usl Umbria 2 della Cgil Giampiero Pincanelli, della Cisl, Pietro Cancellieri, della Uil, Sandro Peciarolo.
“Sebbene siano stati approvati da tempo sia il nuovo Piano Regionale Sanitario, sia il nuovo Contratto Collettivo Nazionale, la Direzione aziendale non ha ancora posto in visione delle Organizzazioni Sindacali il nuovo modello organizzativo richiesto ed atteso da anni, testimoniando l’atteggiamento arrogante e la mancanza di rispetto per le lavoratrici e i lavoratori che connota le relazioni sindacali della USL Umbria 2”.
La situazione pesante è così illustrata: “Personale infermieristico ed ostetrico, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e di radiologia, operatori socio sanitari e personale amministrativo lavorano ogni giorno con il disagio e le difficoltà di una pianta organica con ruoli vacanti ed obsoleti, per cui è sempre più difficile erogare servizi di qualità, moderni e innovativi che aumentino la soddisfazione dell’utenza e degli operatori. Eppure, sono gli stessi che venivano chiamati eroi e che da tempo vengono considerati meno di zero da questa azienda”.
La direzione continua a disattendere il confronto sulle norme introdotte con il nuovo Contratto: nonostante le innumerevoli richieste da parte delle Organizzazioni Sindacali ancora “non abbiamo avuto risposta riguardo l’introduzione della norma sui tempi di vestizione che da luglio 2021 non viene riconosciuta alle lavoratrici e ai lavoratori”. “Con questa Direzione – continuano i segretari aziendali – sono successe cose mai viste: Unità Operative con i pazienti ricoverati messi nei corridoi, operatori sanitari costretti a posizionare i letti di degenza contro il muro per mancanza di spondine di sicurezza per i pazienti. Non si hanno risposte credibili a domande concrete: cosa si vuole fare del Presidio Ospedaliero di Foligno dove ormai l’attività chirurgica è ridotta al minimo e le degenze accolgono in prevalenza pazienti di area medica? Qual’è realmente il destino del Presidio Ospedaliero di Spoleto nel fantomatico progetto del Terzo Polo? Il Presidio Ospedaliero di Orvieto quando diventerà realmente DEA di I livello per l’emergenza urgenza? L’Ospedale di Amelia diventerà veramente un Ospedale di Comunità dopo l’incresciosa modalità con cui è stato svuotato dalla sera alla mattina di un intero reparto? E quale reale destino avranno i sistretti territoriali della USL Umbria 2, smembrati e accorpati in Direzioni centralizzate di cui ancora non è nota l’organizzazione?”.
“Le organizzazioni sindacali le hanno provate tutte, riferiscono Cgil, Cisl, Uil: “Abbiamo accettato i tavoli tecnici che immancabilmente si sono conclusi con un nulla di fatto, con i documenti prodotti all’ultimo momento dall’Azienda sempre imprecisi, incompleti, da rivedere. Nessun vero, serio, rispettoso confronto per affrontare tutti i reali problemi delle lavoratrici e dei lavoratori. Siamo costretti quindi a ripensare una strategia che contempli un’azione sindacale di rivendicazione e mobilitazione permanente, perché non è più tempo di aspettare”.