Un piano per limitare i danni dei “piccioni di città” in agricoltura

piccioni di città

La Regione Umbria ha approvato il piano quinquennale di controllo della “Columba livia”, che poi sarebbe il piano di controllo per uno stop ai piccioni di città che si spostano nei campi danneggiando le coltivazioni. “Finalmente una buona notizia per gli agricoltori umbri alle prese con diverse emergenze – spiega Albano Agabiti, Presidente Coldiretti Umbria – che avevamo sollecitato con forza già da tempo, viste le tante segnalazioni provenienti dal territorio regionale, che denunciavano i danni dei volatili sui fondi seminati. Un plauso quindi all’Amministrazione per aver accolto il nostro grido d’allarme per la gestione della problematica del piccione nelle nostre campagne.

“Agli uffici competenti, avevamo chiesto in particolare – riferisce Agabiti – di attivarsi quanto prima, accelerando sul Piano di controllo, per autorizzare l’utilizzo di ogni sistema di dissuasione possibile per arginare questa nuova “piaga”, che va a sommarsi alle difficoltà della congiuntura economica attuale, in primis con il caro costi di gestione, e a quella dei cinghiali, solo per citarne alcune. Quella dei “piccioni di città” – aggiunge Agabiti – rappresenta infatti un’altra emergenza per gli agricoltori che provoca pesanti conseguenze economiche per i loro bilanci. Aziende che a seguito delle scorribande dei volatili sono costrette, quando possibile, a procedere quantomeno con nuovi reimpianti nei terreni con aggravio di costi; i piccioni colpiscono infatti le semine di cereali, legumi e anche girasole.

“E’ sempre più necessario difendere il lavoro dei nostri agricoltori consentendogli di coltivare e raccogliere tutto ciò che essi seminano. Come sul fronte cinghiali – afferma Mario Rossi Direttore regionale Coldiretti -infatti – bastano poche ore di attacchi dei piccioni, per vedere andare in fumo il lavoro di mesi e questo non possiamo più consentirlo. Già le bizzarrie e i repentini cambiamenti climatici producono contraccolpi gravi per il settore primario, quindi su emergenze come queste possiamo e dobbiamo fare di più, e in fretta, se vogliamo scongiurare il rischio abbandono di tante attività economiche da parte dei nostri agricoltori”.

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