M5S e Terni Valley: “Tutti insieme al tavolo progressista” poi però pongono veti e vincoli

Terni verso le elezioni comunali

“Vogliamo starci pure noi” dicono quelli di Terni Valley. Si riferiscono alla riunione tra le opposizioni ternane che si terrà nella giornata di martedì 14 marzo in vista delle elezioni comunali del 14 maggio. E subito trovano “sponda” nel Movimento 5 Stelle che sostiene di ritenere importante che al tavolo del fronte progressista siano presenti tutti i consiglieri comunali di opposizione riconducibili al perimetro del centrosinistra”. E quindi dev’esserci anche – come sostiene Terni Valley – “il capogruppo di Senso in Consiglio comunale Alessandro Gentiletti”. Il quale, nonostante l’annuncio di fare il Cincinnato torandosi fuori dalla politica, rientra  a pieno titolo tra quelli che i penta stellati dfiniscono “Soggetti che hanno guadagnato sul campo il diritto di poter dare il proprio contributo nel dibattito in atto rispetto al percorso che condurrà alle elezioni amministrative della prossima primavera”. Perché – aggiungono gli M5S– “Coloro che in questi anni sono stati in grado di mantenere una voce unitaria nei confronti delle scelte della giunta Latini non possono che essere facilitatori di scelte condivise”. “Nella certezza che tale richiesta non trovi ostacoli cogliamo l’occasione per invitare tutti, a sessanta giorni dal voto, a cercare di capire che la frammentazione delle destre può portarci a scenari inediti e nefasti, scenari che necessitano scelte responsabili”, argomentano dal M5S.

In effetti appare come la soluzione più ovvia e ragionevole. Quella che è stata mandata in crisi – va detto anche questo – da alcune forzature, come quella operata dagli stessi M5S, quando hanno deciso di presentare un proprio candidato sindaco ed un proprio programma su cui sembrano chiamare tutti a raccolta.

Il bersaglio, nemmeno tanto nascosto, resta il Pd  che il giorno 14, ma nel tardo pomeriggio, ha convocato l’assemblea comunale occasione- chiaramente – per parlare e sottoporre agli organi collegiali del partito quel che sarà accaduto attorno a quel tavolo progressista. Certo non aiuta, la “tirata” diffusa da Cincinnato Gentiletti sui social, in cui definisce “irricevibile” la proposta di candidatura di Josè Kenny, che – a regola di bazzica e come ha specificato lo stesso interessato – non è al momento candidato di alcun partito pur dichiarando la propria appartenenza al campo del centrosinistra. Alla “tirata” di Cincinnato fa eco la richiesta di Terni Valley di partecipazione al tavolo progressista: “I partiti che hanno sostenuto il gruppo ma che hanno candidato sindaco il prof. Kenny, non rappresentano infatti la linea complessiva del gruppo consiliare né la formazione nella sua interezza, ma potranno parlare solo a titolo personale per le rispettive realtà”. Un’affermazione – a dire la verità – piuttosto incomprensibile per i termini usati. Di quale gruppo consiliare si parla? O gruppo significa quelli delle opposizioni presi tutti insieme? E che significa che rappresentanti di altri partiti parlerebbero solo a titolo personale? il ragionamento appare, quindi, un po’ traballante in generale. E non solo quello dei giovanotti di Terni Valley. Infatti la domanda sorge spontanea: ha qualche senso logico (non Civico) invitare tutti a mettersi la mano sulla coscienza per perseguire l’unitarietà e porre allo stesso tempo veti e vincoli? Se si volesse trovare davvero l’unità sarebbe più logico azzerare tutto e ripartire da un foglio bianco, candido, non macchiato da tatticismi che facciano pensare – quasi con nostalgia – ai tempi passati.

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