Aumenta lo stipendio per seimila umbri dipendenti degli enti pubblici

Luca Talevi, Fp Cisl

Seimila i lavoratori umbri che hanno visto rinnovato il contratto nazionale di lavoro Funzioni Locali: sono i dipendenti di Regione, Province, Comuni e Camera di Commercio, oltre ad enti con m inor numero di dipendenti. Per questo la Fp Cisl Umbria, guidata da Luca Talevi, nel dare questa notizia esprime grande soddisfazione per un comparto che da tempo attendeva questa firma.
“Il nuovo contrratto 2019/2021 – afferma Talevi – prevede un aumento delle retribuzioni medie di 100,27 euro lordi al mese per un incremento complessivo dei salari di circa il 5 per cento, di cui il 3,78 per cento sui tabellari. Complessivamente – prosegue il sindacalista – tenendo conto delle risorse aggiuntive previste per i futuri fondi produttività, la media di incremento lorda sale a 117,53 euro. Dopo 23 anni di attesa è finalmente prevista anche la riforma dell’ordinamento professionale, grazie ad una nuova classificazione dei profili, e nuovi importi per le indennità del personale”.

Un nuovo ordinamento che per la Fp Cisl Umbria è necessario anche per rispondere alle sfide del Pnrr che ricadranno, in gran parte, sui Comuni. “Entro dicembre 2022 – precisa Talevi – i lavoratori avranno anche gli arretrati, con una somma oscillante tra i 1565 euro lordi (dello scalino più basso) ed i quasi 2900 euro lordi (dello scalino più elevato). Sono inoltre previsti incrementi economici al personale operante nei servizi educativi, polizia locale o iscritti ad albi professionali (ad esempio assistenti sociali)”.

La Fp Cisl Umbria guarda con favore anche al miglioramento riguardante la disciplina sull’utilizzo dei congedi per le donne vittima di violenza e per i genitori, oltre a quella per il lavoro agile e quello da remoto. “Il nuovo Ccnl – precisa infine il rappresentante della Fp Cisl Umbria – verrà applicato anche ai circa 3 cento lavoratori operanti nelle ex Ipab”
Per la Fp Cisl Umbria, insomma, si tratta di un buon contratto in grado di dare risposte professionali alle legittime aspetative dei lavoratori. “Ora – conclude Talevi – si apre la “sfida” del Ccnl 2022/2025, che dovrà dare risposte economiche ad una situazione sociale aggravatasi dal 24 febbraio scorso con l’incremento costante dell’inflazione, oggi giunta al 10 per cento e che, mensilmente, erode i salari dei lavoratori dipendenti”.

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