
Latini non si tocca. La sua ricandidatura a sindaco di Terni “non è in discussione” ha detto chiaro e tondo Devid Maggiora appena eletto segretario della Lega ternana. Ma intanto il naso gli si allungava. Virginio Caparvi, il segretario regionale che pare molto impegnato a respingere contestazioni ed attacchi al suo ruolo nel partito, ha confermato. Corroborato dal sorriso stiracchiato della sua vice, Valeria Alessandrini, la quale per proprio conto vanta un curriculum invidiabile e pieno di “ex”: ex consigliere comunale, ex assessore, ex consigliere regionale, ex senatrice. Il tutto in soli quattro anni: una salita a razzo, una discesa a piombo.
Tutti contenti, quindi, tutti compagnoni (senza offesa,ndr), tutti in marcia verso la riconferma di Laonardo Latini, sindaco di Terni. Anche se resta inspiegabile un fatto: perché Latini ha reso palese di preferire un segretario diverso da Maggiora? Voleva rendere il congresso più vivace? Forse buttare le mani avanti? O per andare a contarsi? Con me o contro di me. I “con me” ci sono stati, ma pochi.
Maggiora non si è certo impressionato quando è spuntata una seconda candidatura. Si tratta – lo sottolinea la Lega – di un giovanotto di lunga militanza, iniziata addirittura nel Pd. Una “risata” per lui qualche scaramuccia nella Lega, i cui dirigenti sembra abbiano raccolto il consiglio dei vecchi commercianti: se il tuo negozio è in crisi accendi tutte le luci, fai belle vetrine, e mostra che il tuo commercio gode di buona salute. Ci sarà chi ci crede. E quindi vai a piene mani con commenti entusiasti e foto a quarantaquattro denti.
Al di là di tutto – però – inutile dire che il 25 settembre non è stato indolore: basta che senta echeggiare la parola fratelli e il leghista ternano balza in piedi e si guarda alle spalle con un minimo di apprensione. Nella Lega si fa scaramuccia in punta di fioretto, ma c’è una concorrenza aspra, dettata da sogni e desideri malcelati. Ricoprire il ruolo della miracolata, per esempio, può bastare ad Alessandrini? Il rapace che volteggia alto nel cielo, Sacciofà Melasecche, se sta bene pure dove sta non sarebbe sempre pronto a sacrificarsi, chiudere le ali e buttarsi in picchiata, su Palazzo Spada? Vuoi, inoltre, che non ci sia chi pensa che il sindaco di Terni alla fine possa farlo pure lui, magari esibendo come titolo di merito qualche selfie con Salvini, anche se non ci sarebbe gara – sui selfies – con la predetta Alessandrini che ne ha sfoggiati diversi col “capitano” ma pure con Centinaio, Giorgetti, e vari leghisti illustri.
Tutti i sogni sono legittimi, ma c’è quel “piccolo” particolare: il candidato della destra non lo sceglierà la Lega da sola. Se continuasse il trend positivo dei Fratelli d’Italia le cose si farebbero complicate. Nel caso delle elezioni comunali non è possibile accordarsi e che “premier sarà l’esponente del partito che prende un voto più degli altri”. Qui si tratta di decidere ad urne ancora da aprire. E bisogna cominciare a parlarne adesso, perché la primavera ’23 eccola, sta arrivando.
Una primavera ventosa, ma mica solo a destra. Il Partito Democratico, per esempio: gli capita proprio a ridosso delle elezioni di dover impegnarsi nel congresso. Fino ad allora ogni sorpresa è possibile. Ma con tutta probabilità pure dopo. Sembra di capire che sia tutto in ebollizione ed è cominciata da un pezzo la corsa a mettersi in mostra su qualunque tipo di social: si comincia con le foto “sono andato in gita a…” e si prosegue con segnalazioni, interrogazioni, critiche all’amministrazione comunale. Dalle fognature, agli angoli sporchi, alle strade dissestate, alle strutture pubbliche malcurate. Si arriverà a sapere con chiarezza cosa si vuol fare per le grandi questioni cittadine? Il commercio, il lavoro, il traffico, la periferia e – soprattutto – la sanità? Mentre si va alla ricerca di un candidato sindaco, andando a guardare in cantina se c’è, nascosto tra le cianfrusaglie, qualche arnese da spolverare; o ci si interroga sulle alleanze pensando ad un fidanzamento, magari, con un Movimento Cinque Stelle maliardo e riottoso, tornato su posizioni e iniziative atte a stupire la platea con effetti speciali.
E la città s’impoverisce, si spopola (anche i migranti se ne vanno), sbrilluccica coi centri commerciali sempre più fitti e crede, in alcune frange,che tanto a salvare la barca ci penserà qualcuno di buon cuore ed in vena di regali. Generoso, sì. Ma “a porta’ a casa”, come si dice a Terni.