Stupefacenti: bando per il gestore della prevenzione, ma a Terni è subito polemica

Anche gli enti di culto, se dotati di personalità giuridica, possono concorrere per gestire il “Progetto di prevenzione e contrasto della vendita e dello spaccio di sostanze stupefacenti”. Lo stabilisce il bando che il Comune di Terni ha emesso, finalizzato appunto alla individuazione di un gestore quale braccio operativo per la realizzazione delle azioni previste dal progetto per il contrasto alle dipendenze “Salute e benessere adolescenziale. La comunità educante per prevenire le dipendenze”  finanziato attraverso il bando indetto dal Ministero dell’Interno, per  supportare – appunto – iniziative di prevenzione e contrasto della vendita e cessione di sostanze stupefacenti. Il Comune di Terni è capofila della zona sociale n.10 che è titolare per l’attuazione del progetto,.

Al bando – si è stabilito – possono partecipare Enti privati, Enti del Terzo Settore (ETS), imprese sociali ed enti ecclesiastici e di culto dotati di personalità giuridica.

Ma c’è chi protesta. “Con tutto il rispetto per l’impegno degli enti religiosi e di culto nel sociale – dichiarano i consiglieri comunali Luca Simonetti (M5s) e Alessandro Gentiletti (Senso civico) in una nota congiunta – troviamo assolutamente fuori luogo che nel bando per la ricerca di un gestore che si occupi della lotta alle dipendenze sia inserita la possibilità che oltre agli enti privati e del terzo settore possano partecipare anche enti ecclesiastici e di culto. La lotta alle dipendenze va affrontata in modo assolutamente laico e scientifico, da enti che abbiano su questo esperienza, formazione e siano esenti da orientamenti ideologici di qualsiasi genere”.

“L’amministrazione – continuano – sceglie invece ancora una volta di farsi braccio secolare, dopo la recente e discussa assegnazione del centro antiviolenza alla Caritas Diocesana, sulla base di un bando che ha di fatto escluso, con i suoi requisiti, realtà laiche che nel territorio tanto si sono impegnate e tanto hanno dato nella lotta alla violenza di genere, con professionalità e competenza”.

Chissà perché Gentiletti e Simonetti parlano di “braccio secolare”, quando non si è indicato un culto religioso preciso. Potebbero avere personalità giuridica anche “filiazioni operative” di altri culti religiosi: islamisti (l’imam, ad esempio), buddhisti… Gli “Arancioni” probabilmente restano, invece, esclusi.

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