
Sanità umbra ai privati? Macché, non esiste proprio! “Sfido chiunque a trovare un solo atto approvato dalla Giunta Tesei a favore della sanità privata – ha detto l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto – Al contrario in alcuni casi abbiamo risanato problematiche che venivano da lontano. Queste notizie creano ansie inutili nei cittadini insieme a quella della paventata chiusura di alcuni presidi ospedalieri, cosa assolutamente non vera. Non si chiuderà nessun ospedale – ha precisato – ma si riconvertirà, se necessario, e si farà tutto come previsto dalle norme senza toccare in nessun modo i diritti dei cittadini, anzi per garantire le migliori prestazioni nella maniera più appropriata”. A Perugia il “vertice sanitario” regionale (la presidente Donatella Tesei, l’assessore Coletto, il direttore Massimo D’Angelo) hanno fatto il punto su come va il sistema. E in quella sede Luca Coletto ha voluto “fugare ogni dubbio su ipotetiche aperture ai privati:i diritti dei cittadini, anzi per garantire le migliori prestazioni nella maniera più appropriata”.
Si è prima di tutto parlato, in ogni modo, della ricaduta in termini di risultato dell’attuazione del Piano Regionale delle liste di attesa, della governance della spesa farmaceutica e più ad ampio raggio la governance del sistema sanitario a partire da alcuni aspetti specifici, come il personale e gli investimenti. Senza dimenticare, ha sottolineato la presidente Tesei la complessità di un lavoro portato avanti in piena emergenza sanitaria, “Con il covid che ha fatto aumentare il numero dei ricoveri – ha detto – non è stata cosa facile, soprattutto in Umbria con una popolazione anziana che non sempre è possibile curare a casa”. “Ormai da tempo era necessario intervenire sul mosaico della sanità umbra”, ha continuato ed ha ricordato che nei Piani triennali di investimento di INAIL sono stati approvati due ulteriori interventi urgenti di elevata utilità sociale per l’edilizia sanitaria, per un totale di 184 milioni: si tratta della realizzazione del nuovo blocco funzionale Ospedale di Terni (100 milioni di euro) e dell’Ospedale di Narni Amelia per 84 milioni di euro.
Sul fronte delle spese, in particolare quella per la farmaceutica è stato evidenziato che la necessità di efficientare e riqualificare la spesa sanitaria umbra nasce soprattutto dall’indicazione, più volte ripetuta da parte del MEF in sede di Tavolo di Verifica degli Adempimenti, nonchè dai rilievi della Corte dei Conti espressi in sede di Giudizio di Parifica al Rendiconto Finanziario della R.U. 2021 e dalla stessa Aifa. Ma, E proprio in relazione alla spesa farmaceutica il direttore D’Angelo alla luce del fatto che l’Umbria è la regione in cui le prescrizioni segnano un numero decisamente più alto per quantità di farmaco e alto costo, ha ribadito la necessità di portare le aziende sanitarie verso un riequilibrio garantendo però la salute della popolazione. Non tagli alle prescrizioni quindi, ma appropriatezza secondo le indicazioni dettate dall’Agenzia italiana del farmaco.
Relativamente al personale è stato reso noto che la Regione ha stipulato una convenzione con Agenas per la definizione degli standard di personale e per assicurare le cure ai cittadini da una parte e l’efficienza del sistema dall’altra, così com’è in corso un’interlocuzione con le organizzazioni sindacali proprio sul versante delle assunzioni del personale che ha portato anche all’accordo per la valorizzazione del personale impiegato durante la fase dell’emergenza sanitaria.
L’amministratore di Punto Zero illustrando i primi risultati prodotti dal Piano per il contenimento delle liste d’attesa ha evidenziato come nel periodo che va da marzo ad agosto 2022, la diminuzione dei percorsi di tutela (PdT) in Umbria è rilevante: infatti, nei mesi precedenti i PDT erano 30.000-35.000 ogni mese (marzo-giugno) mentre in luglio e settembre scendono circa 14.000, pertanto la riduzione è di oltre il 60%. Confrontando anche la percentuale dei PDT, si nota che essa è in calo dal 28% al 9%, confermando quanto quindi un trend in discesa. Per la radiologia convenzionale (RX), si passa da circa un migliaio di prestazioni in PdT ogni mese a praticamente nessuna prestazione in PdT.
Relativamente alle prestazioni inviate in percorso di tutela che rispettano le priorità cliniche (RAO), si nota la percentuale nei mesi tra luglio e settembre 2022 aumenta con un miglioramento medio di punti percentuali 25% (P), 35% (D60), 35% (D 30), 10% (U) e 20% (B) rispetto agli stessi mesi del 2021. Per quanto riguarda i tempi di attesa i giorni medi di attesa per le prestazioni che non rispettano i RAO si sono ridotte del 97% (D-30gg), del 87% (B) e del 73 % (U) rispetto a settembre del 2021.