
“Svendita? Ma quale svendita!”: Leonardo Latini, sindaco di Terni, e l’ingresso dell’Acea nel capitale di Asm: “Sarebbe stato molto più semplice… – dice il sindaco – Vendevamo una parte delle quote azionarie, ripianavamo i debiti e l’Asm, poteva continuare e ad operare, a fornire servizi”.
E allora perché una scelta diversa? E in quali termini si misura la differenza tra la cessione di quote e l’incasso di denaro e l’operazione di acquisizione di un partner con relativo aumento di capitale? “La differenza . spiega Latini – sta nel fatto che scegliendo questa seconda opzione si è scelto di trasformare l’Asm in un’impresa. La nostra scelta è stata di non fermarci al salvataggio di un bene cittadino, ma di trasformare l’Asm in modo che possa svilupparsi, fare innovazione, scelte industriali, competere con altre realtà simili sul piano nazionale”.
Operare in sostanza e in tutto e per tutto come un’impresa privata: “Esattamente, cercando di fare utili in modo di non ritrovarsi magari con nuovi debiti accumulati negli anni futuri, e – perché no? – anche producendo profitti che non guasterebbero e che finirebbero, non dimentichiamolo, nelle casse comunali e quindi nelle tasche dei ternani, che nel caso avrebbero un tornaconto nella loro qualità di utenti”.
E perché il partner scelto è proprio Acea? Probabilmente perché già operante nel territorio ternano (con l’inceneritore o termovalorizzatore che dir si voglia) e consocio di Asm nel Sii. Ed perché – afferma il sindaco – “Acea stessa è il modello che noi potremmo riproporre: seguire, perché Acea – come noto – è una società pubblico-privata il cui capitale è detenuto per la maggioranza dal Comune di Roma”.
In sostanza: i tempi cambiano, i meccanismi economici pure, e in questo periodo, per di più, non si può stabilire con esattezza quali situazioni si presenteranno da qui in avanti sul piano delle difficoltà ma anche delle opportunità in un settore come quello dell’energia (che è uno dei principali tra quelli in cui opera Asm) sottoposto allo stress che tutti conosciamo vista la situazione internazionale.
Ottenuto il via libera dal consiglio comunale (“Rigrazio chi ha approvato uesto disegnio per Asm – dice Latini – ma anche le opposizioni che hanno in ogni modo messo a disposizione un supporto di idee e proposte”) resta da compiere gli adempimenti di legge, procedere a verifiche e valutazioni tecnico-finanziarie. Si parla pur sempre un’operazione del valore di ciquanta milioni di euro che rappresentano unbel mucchietto di quattrini.
Tutto si spera possa essere concluso – nei voti del sindaco e del presidente di Asm Mirko Menecali – in breve, ossia a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo.
Dopo di che sarà necessario organizzare la nuova società, la gestione tecnica (gli amministratori attuali non cambieranno), la messa a confronto e “a catena” degli asset. Poi sarà il mercato a dire se ci hanno azzeccato.