
Il vescovo Terni? Un apostata. O meglio: chiama in causa l’apostasia Roberto De Mattei, storico, direttore della rivista “Radici Cristiane” e dell’agenzia di informazione “Corrispondenza Romana” nonché Presidente della Fondazione Lepanto “una fondazione internazionale con sede a Roma che ha come fine la difesa dei principi e delle istituzioni della Civilità Cristiana”. Il professor De Mattei è intervenuto dopo che si è tentato di fare un certo rumore sulla presenza del vescovo di Terni, Antonio Francesco Soddu, all’inaugurazione di una sede rinnovata del Grande Oriente d’Italia a Terni in via Roma. Un fatto accaduto lo scorso 27 settembre.
Ma come, si sono chiesti alcuni su blog e siti romani, il vescovo è andato da quegli scomunicati dei massoni? Che per di più hanno – addirittura – fatto sapere che per loro la data del 20 settembre dovrebbe essere festiva? Proprio quella della caduta del papa-re?
Immediata la reazione registrarta su “MIL-Messa in Latino.it” (sottotitolo: Per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione- a.D.2008). Da lì un “rtimbalzo” di interventi ai quali, in ogni modo, la diocesi di Terni replica con poche, semplici, significative e dure parole: “In merito all’apertura del nuovo ingresso della sede del GOI a Terni, desta stupore, sconcerto e amarezza la lettura strumentale, volutamente equivocata e fraintesa, della presenza del Vescovo Soddu a tale circostanza – recita il breve comunicato diocesano – La lettura dei fatti, che non ha neanche tenuto conto dei contenuti di quanto il Vescovo ha detto, travisa totalmente il senso della sua presenza che, non identificandosi con un pensiero differente dalla dottrina Cristiana, ha invece ha avuto l’unico scopo di testimoniare la fedeltà al Vangelo e alla Chiesa, soprattutto in questo tempo del percorso Sinodale che la caratterizza”.
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Nel comunicato del Goi relativo all’avvenimento, è riferito che all’evento sono intervenuti il prefetto Giovanni Bruno, il vescovo Francesco Antonio Soddu, il sindaco di Terni Leonardo Latini “che nei loro messaggi di saluto hanno ringraziato per l’invito ed espresso l’auspicio che iniziative come questa possano alimentare il dialogo e il confronto tra realtá diverse sconfiggendo i pregiudizi”.
Ma “Messa in Latino” ha subito manifestato stupore. “Non abbiamo parole!!! La notizia è passata in sordina ma un nostro lettore, che ringraziamo, ci ha segnalato questa grave circostanza. Ecco che nelle foto vediamo il vescovo di Terni (ed un altro sacerdote…) partecipare tutto giulivo al taglio del nastro, e poi far la foto di rito accanto alle “due colonne” poste all’ingresso della loggia, in uno dei due “tempii” massonici. Ma lo sa mons. Soddu che la massoneria è ancora condannata e i massoni sono ancora in peccato grave (e un tempo scomunicati)?”. E non basta, perché il Gran Maestro “nella sua allocuzione di circostanza, ha esaltato la data del 20 settembre, auspicando che venga ripristinato come Festa, in nome di una sempre più indiscutibile laicità dello Stato”. Aggiunge MIL le parole precise: “E oggi, come in passato, il nostro obiettivo è sempre lo stesso: celebrare tutte le battaglie della libertà, a cominciare da quella che nel 1870 con la Breccia di Porta Pia pose fine al dominio della Chiesa, favorendo la nascita dell’Italia libera e laica.” E questo, secondo MIL, che si rimbalza la notizia con un altro blog che si chiama “Stilum Curiae”, sarebbe gravissimo.
Il professor Mattei, nel commentare il fatto di Terni, chiama in causa lo scrittore e filoso francese Jean Madiran e il suo libro “L’eresia del ventesimo secolo” che – spiega il professore – “era quella dei vescovi, in particolare dei vescovi francesi, di cui denunciava le posizioni eretiche o eretizzanti assunte dopo il Concilio Vaticano II”.”Madiran osservava come tutto nasceva da un cedimento dei cattolici alla filosofia moderna- aggiunge Mattei – e in particolare al principio secondo cui l’evoluzione della società imporrebbe un mutamento nel concetto stesso di salvezza portato da Cristo. La Chiesa dovrebbe aprirsi al mondo, ascoltarne il messaggio evangelico, che consiste nel comprendere il valore positivo della modernità, voltando le spalle alla fede tradizionale, rigida e intollerante” L’analisi di Madiran, dopo oltre mezzo secolo, è più che mai attuale, ma forse oggi più che di eresia si dovrebbe parlare di apostasia dei vescovi, cioè di un rinnegamento globale della fede cattolica, che non si esprime solo attraverso eresie ed errori, abbondantemente diffusi tra i vertici ecclesiastici, ma da un atteggiamento di fondo che si esprime anche in parole e gestidotati di una forte valenza simbolica”.
Sembra la polemica di un secolo e mezzo fa, quando un altro vescovo di Terni, Antonio Belli, fu oggetto di polemiche per aver messo sotto accusa per essere stato presente alla visita del re d’Italia, “L’usurpatore”: ma erano i primi del Novecento.