
O la va o la spacca deve aver pensato. E di spaccata si può parlare con ragione: era stato appena condannato a due anni di reclusione per furto aggravato ed in attesa di essere riportato in cella lo avevano fatto sedere in una stanza di attesa al carcere di via Carrara, a Terni. Tra lui e la libertà, c’era una vetrata da cui poteva scorgere l’andirivieni lungo la via. La tentazione fu forte. E lui non resistette. Di corsa si lanciò contro il vetro a testa bassa, lo sfondò e fuggì, inseguito dai due carabinieri di vigilanza che gli furono subito addosso. Era 2 maggio 1971. L’uomo, un romano di trent’anni, era stato arrestato la sera del 27 aprile. Lo avevano sorpreso in flagranza di reato. S’era appropriato dell’autoradio di una vettura in sosta, dopo aver rotto il vetro deflettore. All’arrivo della “Volante” si era incamminato con passo deciso verso la sua auto parcheggiata a pochi metri. Fermato, aveva in mano l’autoradio rubata. In macchina gli agenti trovarono arnesi adatti allo scasso. Da lì l’arresto, il processo per direttissima e la condanna a due anni di reclusione.
Nello spaccare il vetro con la testata, si era procurato un leggero taglio alla fonte. Poca cosa tanto che non fu nemmeno necessario accompagnarlo al pronto soccorso, dove invece dovette recarsi uno dei carabinieri che per inseguirlo passando attraverso il buco della vetrata si era procurato una ferita piuttosto profonda ad una mano.