
Aggredito e bastonato mentre a piedi, il 30 marzo 1925, percorreva una strada del centro di Terni. Per strappare Ruggero Angelucci dalle mani di un manipolo di fascisti, dovettero intervenire i carabinieri. Alcuni passanti avevano provato a porre fine al pestaggio, ma inutilmente.
Ruggero Angelucci, socialista, segretario di Tito Oro Nobili allora deputato, fu assalito da una trentina di fascisti. “I principali autori dell’aggressione- riferiva il Giornale d’Italia in una corrispondenza da Terni – sono i fascisti Pazzaglia e Montesi”. Arrivato a Terni quella mattina Angelucci, che aveva alcuni impegni professionali da sbrigare, andò a far visita ad alcuni congiunti che abitavano a Papigno.
Furono i fascisti del piccolo centro della Valnerina a segnalarne la presenza. Un gruppo nutrito di camicie nere lo aspettò per strada mentr tornava in città. Lo fermarono e gli intimarono di seguirli. Al suo rifiuto tentarono di trascinarlo via a forza, con Pazzaglia che lo aveva preso per le braccia, Angelucci riuscì a divincolarsi, ma non riuscì ad evitare una gragnuola di bastonate. I carabinieri lo salvarono e lo accompagnarono “in condizioni pietose – scriveva il Giornale d’Italia – al commissariato”.
“Nella mischia rimase ferito anche un amico di Angelucci, certo Montalti. L’Angelucci a sera tornò a Roma sotto scorta della forza pubblica”, concludeva la cronaca.