Scafali: lite per la proprietà di un campo finisce a coltellate

Scafali, 2 ottobre 1948
Voleva fare una strage. Un commerciante, che gestiva un negozio di generi alimentari sulla piazza del piccolo centro vicino Foligno, ha preso a coltellate il cognato, sua moglie (sorella del feritore) e i due nipoti. Bilancio: una ragazza di 22 anni morta e gli altri in ospedale. Lui uccel di bosco.

Scafali
La piazzetta di Scafali

Causa di tutto motivi di interesse: la spartizione di un piccolo appezzamento di terreno avuto in eredità. I rapporti erano tesi da un pezzo tra Epifanio Betori, 48 anni, e suo cognato, Feliciano Stramaccia, 50 anni, un facoltoso agricoltore. Quella mattina del 2 ottobre 1948, i due cominciarono a litigare davanti al negozio di Betori, sulla piazzetta di Scafali. Una lite furibonda che finì in colluttazione. A difesa dello Stramaccia, intervenne il figlio Ildebrando, 17 anni. Anch’egli prese parte a quella che era diventata una rissa. Il Betori prese un coltello e cominciò a colpire: prima suo cognato, poi il ragazzo. Caddero con diverse ferite mentre Betori sconvolto fuggiva. Fatti pochi metri incontrò sua sorella Maria, 43 anni, la moglie di Stramaccia, e sua nipote Dalia, 22 anni. Prese a coltellate anche loro. Poi fuggì, mentre tutti e quattro i suoi congiunti erano portati in ospedale. Ferita molto gravemente, la giovane Dalia, morì poco dopo il ricovero. Preoccupanti erano le condizioni di Ildebrando.
Betori fece perdere le sue tracce.  Dopo il fatto era andato a casa, s’era lavato togliendosi di dosso il sangue, aveva indossato una giacca bianca e, presa un rivoltella, era partito in bicicletta dirigendosi verso la frazione di Casevecchie.
Lo cercavano a Foligno, ma invece era andato verso Montefalco, ma braccato dai carabinieri si decise a tornare verso Foligno e qui, la mattina dopo il fatto di sangue e dopo una notte passata all’aperto, si costituì ai carabinieri. “E’ stato un momento di esaltazione mentale  -si giustificò – Avevo il coltello in mano e…”.

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