8 marzo 1981
Duecento miliardi di lire stanziati per il raddoppio della Roma-Falconara. Secondo il programma sarebbero stati spesi nel quinquennio 1981-1985 per ammodernare una linea che già ai tempi dello stato pontificio era considerata di vitale importanza: quella che collega Roma con Ancona il più importante porto dell’Adriatico. La costruzione fu iniziata sotto il pontificato di Pio IX, ma furono le autorità che rappresentavano il Regno d’Italia a dare il via ad una serie di cerimonie per un’inaugurazione avvenuta in più riprese. Infatti nel novembre del 1861 s’aprì il breve tratto tra Falconara e Ancona, cui seguirono nel 1865 quello tra Roma e Orte, e quindi nel gennaio 1866 da Orte e Foligno, e nel novembre dello stesso anno da Foligno a Falconara.
Il tratto più consistente della nuova strada ferrata era quello che attraversava l’Umbria, una terra che fu profondamente trasformata dalla linea ferrata: si svilupparono alcuni dei centri che essa toccava, tra cui Foligno diventato importante snodo ferroviario. Nacquero anche nuove “professioni” tra cui quella di “rapinatore di viaggiatori”. Fatti criminosi si verificavano con una certa frequenza soprattutto nel percorso tra Terni e Spoleto. Il treno doveva infatti percorrere un tratto in salita e rallentava considerevolmente la velocità dando modo a chi, salito con cattive intenzioni alla stazione di Terni, voleva svignarsela dal convoglio di saltar giù.
Col passare dei decenni non era invece mai cambiato un granché lungo il tracciato ferroviario, anche se ad onor del vero va detto che il binario fu raddoppiato tra Roma e Orte già nel secolo scorso e che qualche anno prima della seconda guerra mondiale, la stessa cosa si era fatta per l’Orte-Terni. Ci pensarono i bombardieri a mettere a posto le cose. E così il binario da Orte a Ancona era rimasto unico e i pochi ammodernamenti riguardarono l’elettrificazione della linea e alcuni adeguamenti del materiale rotabile.
Nel 1981, quindi, fu salutata con un indubbio favore l’approvazione del piano integrativo delle Ferrovie dello Stato che prevedeva, appunto, il raddoppio da Orte ad Falconara e stanziava duecento miliardi, i quali però sarebbero stati sufficienti solo per coprire un terzo delle spese necessarie.
Quarantacinque anni dopo, nel 2016, il raddoppio dell’intera linea non era ancora realtà e in un convegno tenuto a Foligno per celebrare i 150 dall’inaugurazione si tornava a sollecitare una decisione che risolvesse definitivamente la questione del raddoppio della linea tra Orte e Falconara.
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