Una rocca a difesa di Terni nel luogo del martirio di Zenone

Villa Spadoni, che segna in sostanza il passaggio dall’odierno Borgo Bovio a San Carlo, era in origine un casale fortificato, come testimoniano – nonostante i tanti rimaneggiamenti e ristrutturazioni più che profonde – le garitte ancora esistenti sulle pareti dell’angolo posteriore della costruzione.

A che serviva, lì, in quel punto un casale fortificato? Lì la Flaminia, la strada consolare percorsa dai viaggiatori – soprattutto pellegrini – ed eserciti invasori, incrociava un’altra strada. Anch’essa importante perché di collegamento con le Terre Arnolfe e col Ducato di Spoleto. Ancor oggi lambisce il fianco della Villa Spadoni. Strada secondaria, ormai, ma è quella che conduce a Rocca San Zenone, centro abitato spaccato in due dal corso del torrente Serra. Un abitato che si è sviluppato, in tempi recenti, il secolo scorso, specie nella prima metà. Quando, l’inurbamento eccezionale collegato alla nascita della Terni industriale comportò tra tante difficoltà, un’assoluta insufficienza di abitazioni. La risposta si trovò, in parte consistente, in un’edilizia spontanea, che dal sito dell’acciaieria si sviluppò lungo le strade esistenti. Quindi lungo la Flaminia (Borgo Bovio) e al bivio verso il piccolo centro abitato della Rocca San Zenone. “Colonizzazione” operaia, quindi e non a caso l’edificio oggi più conosciuto (insieme alla Rocca propriamente detta) è la “Casa del Popolo”. Ma questa sorge a valle del nucleo abitativo originario, un gruppo di case addossate al mastio. Alla metà del 1800 la chiesa di San Zenone che dà il nome a quelle case, si trovava fuori delle mura, da cui era distante “la sesta parte di un miglio”. Qualche centinaio di metri bastava perché fosse considerata quasi lontana. E’ un sito antichissimo. Che sorse lungo “La via Santa”, quella strada che proseguendo oltre Rocca San Zenone s’inerpica sui monti, valicandoli e collegandosi con Spoleto e il Ducato Longobardo. La chiamavano “Santa” perché spesso percorsa da pellegrini, ma in precedenza essa era usata per condurre al martirio i primi cristiani. Zenone, un tribuno romano, fu uno dei primi a esservi sacrificati. Man mano che il cristianesimo penetrava in Umbria assumeva maggiore prestigio il sito in cui Zenone fu ucciso e, si pensava, probabilmente sepolto.

rocca-san-zenoneIn effetti, si narra di scavi tesi a scoprire cosa ci fosse sotto il pavimento della chiesa e sotto quello slargo a essa antistante. Una piazzetta a sbalzo sul torrente Passaro, che era poi l’antico nome del Serra, ma soprattutto il terrazzamento di una costruzione in pietra a essa sottostante. Gli scavi, promossi al parroco di allora, consentirono di scoprire una serie di stanze e di nicchie dietro una porta murata. Ma ci si dovette fermare: i mezzi di allora non permettevano di andare avanti poiché la volta minacciava di crollare. Il parroco comunque annotò quel che era stato trovato, oltre alle sepolture soltanto intuite: numerose monete d’argento, su una faccia delle quali era raffigurata una croce e sull’altra il ritratto di San Pietro Apostolo; una lapide del tempo di Vespasiano; quattro monete dorate che recavano la scritta “Senatus consultus”.

Prima la chiesa dedicata a Zenone, qualche secolo dopo fu costruita la rocca, forse parte di un sistema di fortificazioni che cingeva la conca ternana.

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