Suicidi e coltellate per un amore proibito

10 settembre 1886

Una tragedia dopo l’altra in pochi giorni a Spoleto, una sequenza di suicidi, accoltellamenti, legati dalla catena della gelosia e degli amori extraconiugali. Tutto cominciò alla fine di agosto del 1886, per concludersi il 10 settembre. Il primo fatto: Marco, un giovane perdutamente innamorato di una donna, Anna, sposata ma divisa dal marito si uccise. Forse rra i due c’era stata una relazione che la donna aveva troncato.
La notizia corse di bocca in bocca fino ad arrivare alle orecchie del marito separato di Anna. Il quale, evidentemente, non era riuscito a mandarla giù. Saputo dei motivi del suicidio di Marco, gli rimbalzò davanti agli occhi il sospetto del tradimento, per cui, furente per gelosia, andò a cercare la moglie e l’aggredì a coltellate: due gliene dette ferendola gravemente, ma l’avrebbe finita se non fossero intervenuti alcuni vicini accorsi alle grida di terrore della donna. Lo bloccarono ed evitarono il peggio. Ma non era finita. Perché della concatenazione delle gravi vicende si parlava ovunque a Spoleto. Nicolino ne fu particolarmente scosso: egli lavorava tra il personale di servizio nella casa di una famiglia spoletina facoltosa. L sua signora, innamorata di un uomo che non era suo marito, s’era tolta la vita circa un mese prima.
“Vedete a che ci riducete voi donne?”, commentò Nicolino riferendosi a Marco e Anna, parlando con una cameriera che lavorava con lui. “Non è mica necessario innamorarsi di donne maritate!”, rispose lei sarcastica. “Dite bene, ma bisogna trovarcisi”, sospirò Nicolino che se ne andò. Lo trovò la stessa cameriera un paio d’ore dopo: s’era sparato una revolverata alla tempia.

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