Banditi all’assalto della diligenza Narni-Amelia

Rapina diligenza narni amelia 1886

7 luglio 1885

Erano in quattro i passeggeri sulla diligenza da Narni per Amelia ed erano ormai le sette di sera. La diligenza, andava al passo ed aveva appena cominciato a percorrere la salita di San Pellegrino, quando – riferiscono le cronache – tre individui sbucarono all’improvviso da una stradicciola. Due di essi imbracciavano il fucile il terzo era disarmato “Fermi o facciamo fuoco” gridarono i due armati. “Il dubbio non poteva esistere – racconta ill cronista dell’epoca – la vettura non poteva neppure essere messa al galoppo perché la salita di San Pellegrino è ripida”.

Il vetturino, Alessandro Scarnicchia, fermò il cavallo. Sotto la minaccia dei fucili spianati furono fatti scendere i quattro passeggeri, ossia “Il cav. Pasquale Montefoschi, direttore del collegio-convitto di Tivoli, un ingegnere di Perugia, un orefice e un calzolaio di Amelia. Il Cav. Montefoschi tornava dall’aver accompagnato a Terni uno degli alunni del convitto, il quale doveva dare gli esami di licenza in quel ginnasio”.

“Quando tutti furono scesi – si legge – i grassatori vollero che i viaggiatori si stendessero lunghi in terra, con la testa davanti alle ruote della carrozza”. Dopodiché il bandito disarmato “ripulì ben bene le tasche a tutti portandosi via orologi, catene, anelli, portamonete”, poi i banditi “se ne andarono per i fatti loro”. Bottino 1.700 lire. “L’autorità indaga”.

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