1946, tra i Costituenti c’è pure Elettra

Eletta nel collegio umbro-sabino una delle ventuno donne del primo parlamento repubblicano: Elettra Pollastrini, Pci.

 

elettra pollastrini
Elettra Pollastrini

 

 

 

 

 

Tra le ventuno donne chiamate a far parte dell’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946, c’era anche lei, Elettra Pollastrini, eletta nel collegio umbro-sabino. Quella consultazione elettorale vide, come noto, per la prima volta, anche le donne andare a votare e avere la possibilità di entrare nel parlamento. Era il giorno n cui gli italiani furono chiamati a scegliere col referendum monarchia o repubblica, ma contemporaneamente si votava per eleggere l’assemblea che avrebbe elaborato la nuova Costituzione italiana. Fu, quella, anche la prima occasione, dopo quasi trent’anni,  in cui partiti e movimenti politici potevano presentarsi agli elettori con i loro programmi, la loro storia, i loro candidati.
In Umbria, nel referendum, la vittoria di coloro che scelsero la repubblica fu schiacciante: 301.209 voti contro i 117.755 di chi si espresse in favore del mantenimento della monarchia.
In merito invece alla composizione della Costituente, nel collegio umbro-sabino il 27,9 per cento dei voti andò al Partito comunista, il 25,6% alla Democrazia Cristiana, il 22,8% al Partito socialista italiano di Unità proletaria; l’11,4% al Partito repubblicano.
Eletti risultarono per il Pci Armando Fedeli, Carlo Farini e Elettra Pollastrini; per la Dc Mario Cingolani, Ivo Coccia e Giuseppe Ermini;  per il Psiup, Walter Binni e Tito Oro Nobili, per il Pri Ettore Santi.
Elettra Pollastrini era allora una giovane donna di trent’anni, essendo nata il 15 luglio 1916 a Rieti, ma aveva già alle spalle una solida esperienza di lotta. La sua famiglia, che avversava il fascismo, fu costretta ad espatriare in Francia nel 1934. Qui Elettra, non ancora ventenne, aderì definitivamente al partito comunista. Trovò lavoro come operaia alla Renault, e fu tra le più attive partecipanti attive alle lotte dei lavoratori francesi. Nel momento in cui ebbe inizio la guerra civile di Spagna, Elettra incaricata dall’organizzazione operaia che si stringeva attorno alla rivista “Noi donne” raggiunge le Brigate Internazionali che combattevano contro i falangisti di Franco. Rientrata in Francia fu arrestata e inviata in un campo di concentramento, fino al 1941, quando riuscì a tornare in Italia, a Rieti, riprendendo l’attività clandestina, ed entrando in contatto con l’organizzazione partigiana romana.  Fu però arrestata nuovamente, questa volta ad opera dei tedeschi che la rinchiusero in prigione in Germania, dove rimase fino alla conclusione della seconda guerra mondiale. Di nupovo in Italia fu dirigente di spicco del partito comunista.
Al parlamento fu eletta, dopo il 1946, nel 1948. Nel 1953 terminato il proprio mandato ci fu per lei un nuovo espatrio, in Ungheria, dove lavorò a Radio Budapest.
Elettra Pollastrini è scomparsa il 2 febbraio 1990, dopo essere ritornata, definitivamente, nella sua Rieti.

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