Il 27 ottobre 1913
Arrivarono i primi risultati delle elezioni politiche tenutesi il giorno prima. Furono le elezioni dell’adozione del suffragio universale (per gli uomini) e quindi dell’allargamento della base dei votanti e del successivo Patto Gentiloni, dell’accordo, cioè tra cattolici e Giolitti. Le stesse in cui ci fu l’avanzata dell’estrema sinistra che ottenne 169 deputati. In seno alla sinistra si registrò la crescita dei socialisti che passarono da 41 a 79 deputati e dei radicali che da 51 diventarono 73. I repubblicani, che s’erano divisi ottennero in totale 17 rappresentanti (perdendone 6). Venti furono i deputati cattolici eletti, insieme a 9 cattolici conservatori, 6 nazionalisti. Per il resto, altri 340 deputati, erano liberali di varia ispirazione.E’ appena il caso di ricordare che si votava solo per eleggere la Camera dei Deputati, uno per ogni collegio in cui era divisa l’Italia, mentre il senato era di nomina regia. Si trattava di elezioni a doppio turno: se nessuno dei candidati otteneva almeno un terzo dei voti (più uno) si andava al ballottaggio tra i due più votati. In alcuni casi, quindi, fu necessario attendere le votazioni del secondo turno che si tennero il 5 novembre. Ma il 27 si avevano già le prime indicazioni significative, quanto meno. A parte, in Umbria, il caso del collegio di Città di Castello dove, quattro giorni dopo le votazioni, anche se era stato proclamato il ballottaggio tra i candidati Patrizi e Ricci lo spoglio delle schede non era ancora terminato a causa di contestazioni. Le urne erano state chiuse e trasportate a Perugia.
Furono anche elezioni abbastanza “sentite” quelle del 1913, con polemiche aspre tra i candidati e i loro supporters e, in qualche caso pre qualcosa in più oltre le pomeiche. Così come ad esempio era accaduto a Terni quando ci scappò un parapiglio tra i seguaci di Fuastini e un gruppo di oppositori che stavano distribuendo manifestini contro la sua riconferma ed a favore, invece del candidato dei radicali imperatori. Dovette intervenire la forza pubblica e finirono in questura lo stesso Imperatori e il direttore del quotidiano Il Radicale, Paolo Fantozzi . Deputato di Terni comunque risultò Francesco Faustini, repubblicano che ebbe 7.876 voti e superò il socialista Pietro Farini (5.721). A Foligno Alberto Theodoli, che s’era presentato per il partito Democratico Costituzionalista, ebbe più voti del radicale Francesco Fazi; a Todi conferma per Augusto Ciuffelli a spese del socialista Colasanti. Nel collegio di Spoleto i socialisti presentarono Filippo Turati, ma la maggioranza degli spoletini scelse Carlo Schanzer, deputato uscente. Nei due collegi di Perugia furono eletti Cesare Fani (Costituzionale) che superò di gran lunga (più di seimila voti contro circa 1.200) il repubblicano Gino Meschiari; e Romeo Gallenga Stuart che fu confermato.