2 ottobre 1940
La fretta, l’imprudenza, la voglia di tornare a casa. Forse un po’ di tutto questo provocò la disgrazia che costò la vita ad un giovane di 33 anniinvestito, dal treno sotto gli occhi della moglie e del casellante, lì al passaggio a livello appena fuori della città, in quella che oggi è via Cesare Battisti. Era la sera del 2 ottobre 1940. Teodolindo,originario di Todi, operaio, abitava a Terni a Borgo Rivo. Quando non era di turno andava ad aspettare sua moglie, che lavorava in centro a Terni. La faceva salire sulla canna della bicicletta e l’accompagnava a casa.
E così fece quella sera. Trovarono chiuso il passaggio a livello. Do solito c’era da aspettare e ci voleva una certa pazienza. Ma si poteva passare sotto la sbarra; bastava un po’ di attenzione e se il treno non era vicino si traversava velocmente la linea ferrata. Così fece Teodolindo: lui avanti spingendo la bicicletta, la moglie qualche metro dietro di lui. Il treno era vicino. Tedolindo si fermò. Aspettò che il convoglio merci transitasse davanti a lui, quindi si avviò, deciso. Non si accorse che in senso contrario sopraggiungeva lanciato un treno passeggeri diretto a Roma. Fu preso in pieno. Immediata la morte a pochi passi dalla moglie inorridita.
©Riproduzione riservata