film la poliziotta

“Lu Rusciu”, vigile in guerra col Comune di Terni

processo a sotgiu per denuncia rusciu
Il processo per la denuncia del vigile. Sul bando degli imputati anche il sindaco Dante Sotgiu (il secondo da destra) e l’assessore alla sanità Mario Benvenuti

“Lu Rusciu” non perdonava. Dura lex sed lex… Integerrimo, non guardava in faccia a nessuno. Qualcuno, ritenendosi in una qualche confidenza con lui, lo chiamava con il nome di battesimo, Romano. Ma per tutti gli altri era “Lu Rusciu”, così chiamato per il colore dei capelli che, a dire il vero, facevano un bel pendant con il blu scuro della divisa da vigile urbano del Comune di Terni. La stessa cosa, e con risultati certamente migliori, succedeva nel caso di Mariangela Melato: una cascata di capelli rossi e la divisa blu. Anche lei, in un film, era un vigile che non guardava in faccia a nessuno, proprio come faceva il suo “collega” ternano. Quella pellicola si disse fosse ispirata ispirato proprio dalle vicende de “Lu Rusciu” le cui gesta fornirono abbondante materia per articoli pubblicati su vari giornali italiani all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso. “La poliziotta” è il titolo del film. Lo diresse, nel 1974, un regista di grande popolarità come Steno; vi appaiono, oltre alla Melato, attori del calibro di Renato Pozzetto, Orazio Orlando, Mario Carotenuto, Alberto Lionello. E non per caso mentre scorrono i titoli, le immagini mostrano vari punti di Terni.
La storia, quella “vera” de “Lu Rusciu”,  comincia quando in piazza del Popolo (oggi piazza della Repubblica) a Terni, il vigile appunta la propria attenzione su  un autobus che si è appena fermato davanti al cinema Lux. Quando l’autista ha frenato si è sentito un brutto rumore. Uno stridere fastidioso, segno di manutenzione non accurata. Almeno così stabilisce “Lu Rusciu” , che sequestra l’autobus. A suo parere non è garantita la sicurezza richiesta per un mezzo dei trasporti pubblici urbani. I passeggeri sono costretti a scendere ed aspettare l’autobus successivo che arriva dopo una ventina di minuti. Ma anche questo si ferma con uno stridio di freni. Altro sequestro. E mentre chi doveva rientrare a casa si rassegna a ritardare, “Lu Rusciu” pone sotto sequesto quattro autobus l’uno dietro l’altro.
Quattro sequestri e quattro contravvenzioni al Comune di Terni, allora titolare diretto del servizio di trasporto pubblico. Oltre allo stato dei mezzi urbani nelle contravvenzioni si contestava la violazione delle norme antirumore. Aveva torto, “Lu Rusciu”? Certo no. Pur se a qualcuno la faccenda del rumore parve una forzatura, una pignoleria bella e buona.
Nel 1971, l’anno in cui si verificò la faccenda, gli autobus non erano decine. E cosi il servizio urbano andò in crisi per un paio di giorni. Gli autisti, per protesta, proclamarono un’ora di sciopero.
L’amministrazione comunale, per parte sua, inviò una lettera al vigile urbano contestandogli l’abuso di autorità e, in aggiunta, tacciando il proprio dipendente di incapacità professionale. Ovvia la conseguenza: il vigile fu spostato a fare il piantone alla Sala Farini, allora sede del consiglio comunale. Lì, pensavano, non può far guai.
Ah no? Dopo qualche settimana il vigile presentò un esposto contro il Comune accusato di pagargli lo stipendio senza farlo lavorare. Fu giocoforza assegnargli di nuovo compiti di vigilanza. Ma ci si premunì evitando che s’occupasse delle strade del centro: fu così distaccato presso i giardini pubblici della Passeggiata. Ma il braccio di ferro continuava, fino a che, passato da un incarico all’altro, “Lu Rusciu” arrivò, “nell’esercizio delle funzioni assegnategli”, a fare una “visita” al mattatoio comunale che al tempo aveva sede a Cervara nel fabbricato dell’ex centrale idroelettrica.
Quella volta l’esposto fu più pesante; contestava le cattive condizioni igieniche in cui operava il mattatoio.

Cervara
La vecchia centrale idrolettrica di Cervara, poi utilizzata come sede del mattatoio di Terni

Quest’ultima storia è stata ripresa pari pari nel film interpretato da Mariangela Melato (che con “La Poliziotta” vinse il David). La poliziotta, infatti, presenta denuncia per un caso simile a quello del mattatoio ternano. Lei, per quell’esposto, si gioca la carriera e finisce trasferita in una piccola isola al sud della Sicilia. Con lei è trasferito anche il pretore che ha evitato l’insabbiamento della vicenda, impersonato nel film da Orazio Orlando.
A “Lu Rusciu” andò meglio. Non fu trasferito. Anzi, per la faccenda del mattatoio il sindaco di Terni (allora era Dante Sotgiu) fu condannato dal pretore a 430mila lire di multa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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